Valcamonica

Croce di Cevo, la Procura dice no al dissequestro

Da Brescia è arrivata una risposta negativa, autorizzando il Comune solo a pulire la zona
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Un anno fa, era il 15 settembre, la Croce del Papa di Cevo fu consegnata ufficialmente alla comunità valligiana, dopo la conclusione degli ultimi lavori di sistemazione del dosso dell’Androla. Nessuno, però, tra le montagne della Valsaviore pare essersi ricordato dell’avvenimento, forse perché il dolore per quanto accaduto lo scorso 24 aprile ha preso il sopravvento: la croce si è spezzata, travolgendo Marco Gusmini, 21enne di Lovere.

Il rammarico del sindaco Silvio Citroni - tra i 13 indagati dalla Procura di Brescia per l’accaduto - è grande, anche perché, dopo aver scritto al pm per chiedere il dissequestro dell’area, si è sentito rispondere negativamente. «A fine luglio i periti hanno comunicato al tribunale la fine dei sopralluoghi tecnici - afferma -, significa che non c’era più bisogno di altri rilievi. Per questo ho scritto in Procura, per chiedere di togliere i sigilli».

Da Brescia è però arrivata una risposta negativa, autorizzando il Comune solo a pulire la zona. «Almeno abbiamo tagliato l’erba alta oltre un metro - continua Citroni -, ma non capisco la ragione di questa chiusura. Nel frattempo le cose deperiscono, cripta compresa. Non può esserci un sequestro per sempre: la gente ci tiene, abbiamo investito tante risorse ed è incredibile vederla così». I carabinieri stanno ancora vigilando per impedire accessi impropri. Nel frattempo, i genitori di Marco Gusmini si sono costituiti parte civile. moss

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