«Pronto, Adro? Sono Papa Francesco»

Il Pontefice chiama padre Paolo De Carli, della Madonna della Neve: ilricordo della strage di Beslan
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Madonna della Neve di Adro. Buongiorno». «Buongiorno. Cerco padre Paolo De Carli, sono Papa Francesco». È stata una chiamata decisamente fuori dal comune quella ricevuta sabato scorso dall’istituto paritario franciacortino.

Al telefono c’era Jorge Maria Bergoglio, dal marzo dell’anno scorso pontefice della Chiesa cattolica. La notizia dell’eccezionale colloquio è uscita solo nelle scorse ore dalle stanze della «Madonna della Neve». A confermare la chiamata è lo stesso padre De Carli, da pochi mesi direttore della scuola. «Sui dettagli della telefonata - dice però padre De Carli - permettetemi di conservare un qualche riserbo, almeno per il momento. Nessun mistero invece sull’argomento: a inizio settembre andrò a Beslan, in Ossezia del Nord, per il decennale della strage che nel 2004 costò la vita a tantissime persone, tra cui molti bambini. Al mio ritorno potrò dire di più...».

All’epoca del massacro padre Paolo De Carli era priore del Convento carmelitano delle Lastre, a Trento. Proprio la Provincia autonoma si fece promotrice dell’accoglienza di un gruppo di superstiti. Un lavoro dal quale nacque l’azione dell’associazione «Aiutateci a salvare i bambini Onlus» che a Beslan sviluppò un intervento pluriennale di sostegno psicologico con il supporto scientifico di una équipe di esperti dell’Università di Padova. In occasione del decimo anniversario della strage, tra l’1 e il 3 settembre 2014, in Ossezia del Nord arriverà il console onorario della Federazione Russa di Bolzano, Bernhard Kiem, il presidente «Aiutateci a salvare i bambini Onlus» Ennio Bordato e lo stesso padre Paolo De Carli in qualità di ex priore del Convento alle Laste di Trento che dopo il massacro ospitò per mesi un gruppo di sessantatre cittadini di Beslan.

L’attuale direttore della «Madonna della Neve» di Adro porterà in Ossezia del Nord una lettera scritta da Papa Francesco e diretta alla gente di Beslan. Tra l’1 e il 3 settembre di dieci anni fa la scuola «Numero 1» della cittadina osseta fu teatro di un massacro efferato. Un gruppo di fondamentalisti islamici e separatisti ceceni occupò l’edificio scolastico sequestrando circa 1200 persone fra adulti e bambini.

Tre giorni dopo le forze speciali russe fecero irruzione: fu l’inizio di un massacro che causò la morte di centinaia di persone - fra le quali 186 bambini - e oltre 700 feriti. Molte le vittime causate dal fuoco che divampò nella palestra dopo l’avvio del blitz. Un furgone dei vigili del fuoco locali arrivò quasi due ore dopo lo scoppio dell’incendio e le poche ambulanze disponibili sul posto per trasportare le centinaia di feriti non riuscirono a soccorrere tutti in tempo, tanto che molti bambini morirono prima di arrivare in ospedale o sul selciato esterno alla scuola. Una tragedia immane, che Papa Francesco ha deciso di ricordare attraverso una lettera rivolta ai cittadini di Beslan e affidata alle mani dell’attuale direttore della «Madonna della Neve» di Adro.

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