«Nueva vida», a Iseo una Notre Dame naturale

È una nuova «bocca degli inferi» chiamata, dagli speleologi del Progetto Sebino, «Abisso Nueva vida». Scoprila con noi.
AA

È una nuova «bocca degli inferi» chiamata, dagli speleologi del Progetto Sebino, «Abisso Nueva vida» e conferma la presenza, nell'entroterra del lago d'Iseo, di un complesso carsico enorme e di un bacino idrico dalle dimensioni spropositate.
La «Nueva vida» è stata trovata perché in realtà «gli esploratori del centro della terra» volevano cercare un ingresso «superiore» del grande abisso «Bueno Fonteno», catalogato tra le prime venti grotte più lunghe d'Italia, con 22 km di sviluppo, per 570 metri di profondità.

«Gli speleologi hanno inseguito il flusso d'aria risucchiato da un piccolo pertugio nel pavimento di una cavità già nota - racconta Massimo Pozzo, presidente di Progetto Sebino -. Dopo diverse settimane di puro scavo, è stato aperto un passaggio che dà accesso all'inizio di un nuovo e immenso labirinto sotterraneo. L'elemento determinante è il forte vento che percorre gli ambienti sotterranei, segno che la nuova cavità è in collegamento con vasti ambienti sottostanti. In poco tempo, si è così raggiunta una profondità di 130 metri, con oltre un chilometro di gallerie. All'interno, abbiamo trovato diversi corsi d'acqua e saloni di grandi dimensioni».

La «Nueva vida» è solo l'ultima scoperta di Progetto Sebino, l'associazione che riunisce quattro gruppi speleologici del territorio bresciano e bergamasco: il Gruppo Speleologico Valle Imagna Cai-Ssi, Speleo Valtrompia, il Gruppo Speleologico Montorfano, Cai Coccaglio e Speleo Cai Lovere. Il territorio principale su cui si svolge l'attività dell'Associazione è rappresentato dal bacino del Sebino, sia sulla sponda bergamasca (fino alla valle del lago di Endine) sia su quella bresciana, comprendendo il crinale tra il bacino del lago di Iseo e la Valle Trompia.

La ricerca speleologica nel versante bresciano ha già portato a scoperte piuttosto significative, grazie alla realizzazione di impegnative immersioni speleo-subacquee nelle risorgenze del Monte Guglielmo. Un nuovo importante sistema carsico è in fase di studio in questo massiccio, sistema che potrebbe raggiungere il massimo dislivello per quanto concerne l'Italia, ovvero 1.500 metri di profondità.
Tornando alla «Nueva vida», la ricerca è proseguita seguendo uno dei fiumi sotterranei che porta lungo una grande forra (che è poi una specie di canyon) e poi viene risucchiato da una enorme spaccatura. Più avanti, gli speleologi sono scesi per il «Pozzo dell'Infinito», profondo 170 metri e largo oltre trenta metri (i nomi vengono dati dagli speleologi stessi al momento della scoperta). «In fondo alla grande verticale, i fiumi si uniscono in un impetuoso collettore ancora inesplorato, che si dirige all'interno della montagna, inghiottito dall'oscurità. Il canyon in cui si riversa è risultato alto sessanta metri. Una cattedrale vuota dentro la montagna, la Notre Dame del Sebino - azzarda Pozzo -. Attualmente la profondità è ferma a -333 metri dall'ingresso, per un totale di circa 2,3 km di gallerie».

In caso di collegamento con l'abisso «Bueno Fonteno», si potrebbero raggiungere e superare i 30 km di sviluppo e i 700 m di profondità. La direzione di queste nuove acque è ancora ignota e potrebbe coinvolgere non solamente il bacino di Tavernola (già accertato con i tracciamenti del 2010) e la sorgente Milesi di Bianica, ma anche la sorgente «Acqua Sparsa» di Grone, il bacino dei colli di San Fermo e il monte Torrezzo, fino a Grone. «Per proseguire le ricerche, svolte anche per la tutela di un patrimonio così importante per il futuro, Progetto Sebino necessita di interesse e sostegno da parte degli enti locali - conclude Pozzo -: solo con l'appoggio delle istituzioni il lavoro spelelogico sotterraneo si completa in superficie».
Veronica Massussi

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Argomenti