Adro, folla e polemiche per l'addio a Attilio Breda

In centinaia ai funerali di Attilio Breda, ex assessore morto suicida. La famiglia rifiuta la presenza del gonfalone del Comune.
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Centinaia di persone, una folla commossa che oggi pomeriggio ha rivolto a Adro l'ultimo saluto a Attilio Breda, l'ex assessore leghista del Comune franciacortino morto suicida sabato. La cerimonia si è svolta nella chiesa parrocchiale ricolma di commozione, ma non sono mancate le polemiche: la famiglia ha infatti chiesto espressamente che il gonfalone comunale non fosse presente. Una posizione che fa seguito agli attacchi pubblicati su Facebook dalla moglie di Breda: «La tua morte è causa della cattiveria di chi in nome di un ideale politico gioca a fare il dittatore», il j'accuse.

Attilio Breda dal 2004 al 2009, aveva fatto parte della giunta di Oscar Lancini, il sindaco leghista conosciuto per i Soli delle Alpi con i quali aveva tappezzato la scuola del paese. I due poi si erano divisi e Breda era stato espulso dalla Lega. Lancini aveva accusato Breda, all'epoca in cui quest'ultimo era cassiere del partito, di essersi impossessato della tesoreria della sezione di Adro della Lega Nord. «Io mi sento la coscienza a posto e dormo la notte. Ho mosso accuse pesanti nei confronti di Breda, ma le mie non erano invenzioni», precisa oggi Lancini, diventato nel frattempo vicesindaco di Adro dopo le ultime elezioni. «Breda - afferma ancora Lancini - aveva ammesso davanti alla commissione disciplinare della Lega nord di Brescia di aver preso i soldi. In parte poi li aveva restituiti. È tutto scritto nei verbali».

Una versione differente rispetto a quanto riferito dall'avvocato Lorenzo Cinquepalmi, legale della famiglia Breda, che il giorno della morte dell'ex assessore aveva scritto attraverso un comunicato: «Attilio è stato sottoposto a un linciaggio morale tanto più esecrabile perché portato avanti da un uomo che lo accusava di avere sottratto fondi della sezione della lega Nord di Adro, ben sapendo che l'accusa era falsa: io ho depositato in Procura la ricevuta firmata dall'allora segretario della sezione che testimonia la consegna della cassa; una ricevuta scritta sulla fotocopia dell'assegno».

«Attilio - aveva aggiunto l'avv. Cinquepalmi - era un uomo troppo buono e troppo pulito per sopportare una simile, vergognosa, aggressione: lunedì sera era convocato il Consiglio comunale di Adro e lui ha scelto di non arrivarci. Non trovando in sè le forze, e forse non trovando tra i suoi concittadini la solidarietà di cui avrebbe avuto bisogno, ha deciso anche lui che 'quando la parola è flebile, non resta che il gestò».

Per il leghista Oscar Lancini però la politica non c'entrerebbe con il gesto estremo di Breda: «Breda era stato un mio amico e un mio assessore. Soffriva e nessuno ha capito che era arrivato al limite. Lascia l'amaro in bocca - aggiunge Lancini - che qualcuno strumentalizzi un gesto tanto grave».

E lunedì sera nel corso del Consiglio comunale non sono mancate le polemiche. L'opposizione avrebbe voluto rinviare la seduta proprio per commemorare la scomparsa di Breda, ma il sindaco Paolo Rosa ha detto che «non si poteva rinviare per alcuni provvedimenti che andavano approvati entro il 30 settembre». Per protesta contro la decisione del primo cittadino, i consiglieri dell'opposizione non si erano presentati in aula.

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