Recuperato un corpo: «È Daniele Tira»

C'è la «ragionevole certezza» per dirla con le parole del console generale d'Italia a San Francisco Fabrizio Marcelli. A mancare è solo l'ufficialità. Se il riconoscimento non è stato immediato a causa dall'inesorabile azione dell'acqua sui tessuti ad affermare che quello recuperato all'una della notte di lunedì (le 16 di domenica in California) dagli uomini dello sceriffo della Contea di Fresno sia il corpo di Daniele Tira ci sono tanti altri e univoci elementi.
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C'è la «ragionevole certezza» per dirla con le parole del console generale d'Italia a San Francisco Fabrizio Marcelli. A mancare è solo l'ufficialità. Se il riconoscimento non è stato immediato a causa dall'inesorabile azione dell'acqua sui tessuti ad affermare che quello recuperato all'una della notte di lunedì (le 16 di domenica in California) dagli uomini dello sceriffo della Contea di Fresno sia il corpo di Daniele Tira ci sono tanti altri e univoci elementi.

Innanzitutto il luogo del recupero. L'elicottero dal quale si sono calati i soccorritori, infatti si è posizionato sulla sommità del canyon all'interno del quale il 33enne fisioterapista di San Zeno è stato visto scomparire il 12 luglio scorso.

In fondo alla rapida tenuta sotto osservazione nei ventisette giorni di piena del torrente che scende tumultuoso dalla Sierra Nevada i sommozzatori dello sceriffo hanno ripescato il corpo di un uomo, che ancora vestiva la muta stagna, il giubbotto salvagente e l'elmetto.

Inoltre, c'è l'assenza nell'ufficio dello sceriffo della Contea di Fresno, cittadina nella California centrale trecento chilometri a sudest di San Francisco, di altre denunce di scomparsa. Da parecchi mesi - dicono al bureau del posto di guardia - non capitavano incidenti di questo tipo.

A mancare è la conferma del coroner che, come impone la legge californiana, deve eseguire l'autopsia sul cadavere recuperato e, supportato dalle conferme che gli possono arrivare dall'Italia attraverso il Consolato generale di San Francisco, aggiungere l'ufficialità a tutta la serie di indizi venuti a galla dal Dinkey Creek nelle ultime ore.

A quanto si è appreso dall'ufficio consolare di San Francisco sono partite all'indirizzo dei familiari del 33enne esperto kayaker e fisioterapista, immagini che possano consentire l'identificazione del corpo e mettere la parola fine alla drammatica vicenda che ha attraversato l'Oceano Atlantico alla volta dell'Italia ormai quasi un mese fa.

In Californa Daniele Tira ci era arrivato attorno al 20 giugno. Con altri 4 compagni doveva allenarsi e testare materiale nuovo nel torrente reso eccezionalmente gonfio dallo scioglimento di montagne di neve come non se ne vedevano da decenni nella Sierra Nevada.

 

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