Nuova vita nelle acque bresciane

Quasi 80 milioni di pesci ripopoleranno nel 2011 le acque di laghi, fiumi, torrenti, seriole e laghetti alpini bresciani. Lo ha stabilito l'Assessorato caccia e pesca della Provincia di Brescia con l'approvazione del nuovo Piano semine.
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Quasi 80 milioni di pesci ripopoleranno nel 2011 le acque di laghi, fiumi, torrenti, seriole e laghetti alpini bresciani. Lo ha stabilito l'Assessorato caccia e pesca della Provincia di Brescia con l'approvazione del nuovo Piano semine: un lavoro che col coordinamento dell'ufficio Pesca coinvolgerà decine di esperti, tra pescatori professionisti e dilettanti, associazioni di appassionati, guardie ittico-venatorie, e medici sanitari di Asl e Zooprofilaticco.

In una previsione di svariati milioni di pesci di diverse specie, la maggior parte saranno come sempre i coregoni, ben 77 milioni, di cui circa 70 milioni spetteranno al Garda. Nei laghi, oltre a questa consistente colonna portante del pescato professionale, verranno rilasciate 260mila trote fario (di 3-4 centimetri) più 500 chili di fario adulte, ma anche 205mila lucci, 55mila tinche, 100mila cavedani, 25mila carpe, 30mila carpioni (solo nel Garda) e 2.600 chili di anguille.

Se ai bacini lacustri spetta la quota più cospicua, una parte cruciale per un ripopolamento equilibrato è riservata ai fiumi e ai loro affluenti. Nell'asta camuna l'Oglio e i torrenti riceveranno 500mila trote fario di varie dimensioni (dalle uova fino alle adulte), a cui si aggiungeranno 8mila trote marmorate e 6mila temoli. Alla parte valtrumplina del Mella e ai suoi affluenti saranno destinate invece circa 220mila «fario» di varie pezzature, mentre per l'asta valsabbina del Chiese sono in arrivo 170mila (più 45mila uova), a cui vanno aggiunte 49mila trote marmorate e 8mila temoli.

Determinante per la tutela dell'ecosistema anche il lavoro sui corsi della Bassa di Oglio, Mella e Chiese, che alimentano un reticolo di canali, fossi e seriole di grande valore ambientale. In pianura verranno rilasciati 150mila cavedani, 15mila lucci, 13mila carpe, 10mila tinche, 8mila temoli e 5mila trote marmorate, più 520 chili di anguille.
I laghi Alpini e il complesso reticolo idrico dell'Alto Garda completano il quadro del popolamento.

In montagna nuova vita verrà immessa nei laghetti più accessibili, dove l'acqua si scongela prima, individuati in d'Aviolo, Baitone, Dosazzo, Salarno, d'Arno, Rondeneto, Mignolo e Bruffione, a cui toccheranno 28mila trote fario tra i 6 e i 9 centimetri di dimensione. Per l'Alto Garda arriveranno 130mila «fario» piccole (di cui 20mila uova) e 350 chili di adulte «pronta pesca», destinate a soddisfare i numerosi dilettanti della zona.
 

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