Lampedusa: arrivano i primi tunisini destinati alle zone del Bresciano

Con l'arrivo, nel pomeriggio di domenica, della prima parte dei tunisini destinati alla nostra provincia e inviati dal Ministero dell'interno, continua lo smistamento a piccoli gruppi delle migliaia di persone giunte nelle scorse settimane a Lampedusa.
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Pare scongiurato il rischio della tendopoli, ma anche della concentrazione di un numero eccessivo di immigrati nella stessa struttura. Con l'arrivo, nel pomeriggio di domenica, della prima parte dei tunisini destinati alla nostra provincia inviati dal Ministero dell'interno, continua lo smistamento a piccoli gruppi delle migliaia di persone giunte nelle scorse settimane a Lampedusa.

Domenica, nel Bresciano, ne sono state accolte sette in strutture messe a disposizione dalle Caritas zonali, ma altre potrebbero giungere nei prossimi giorni grazie ad una disponibilità che la stessa Caritas ha dato alla Prefettura che l'ha coinvolta nella fase di programmazione dell'accoglienza.

Si tratta di persone che hanno ricevuto - o stanno per ricevere - il permesso di soggiorno temporaneo per motivi umanitari che dà loro il diritto di rimanere regolarmente nel nostro Paese per almeno sei mesi. Ma, accanto a questi «regolari», seppur a tempo determinato, si aggiungono altri arrivi, per altre strade e con la stessa disperazione.

Nell'ultima settimana, infatti, in città sono stati fermati quattro minorenni (tre tunisini e un egiziano) - anche loro sbarcati a Lampedusa dopo aver sfidato la morte attraversando il Mediterraneo - che sono stati presi in carico dai Servizi sociali e ospitati nelle comunità protette. «Minori stranieri non accompagnati», questo il loro «status» in attesa che vengano identificati.

Dal Comune - in particolare dall'assessore ai Servizi sociali e alla Famiglia Giorgio Maione - giunge un grido d'allarme: «Siamo saturi: nei nostri centri ospitiamo 65 minori e siamo ormai ai limiti delle nostre capacità. Alla luce anche dei tagli economici che il nostro servizio ha subìto per effetti del Patto di stabilità, non siamo più nelle condizioni di garantire un'accoglienza adeguata ad eventuali altri nuovi arrivi. I Servizi sociali, per i minori stranieri non accompagnati, è impegnato a sostenere un costo giornaliero che va dai 15 ai 70 euro al giorno in base all'intensità dell'intervento e al tipo di struttura che li ospita».

Ma chi sono i ragazzi che vivono nelle differenti comunità di riferimento dei Servizi sociali del Comune? Dai dati emerge che la maggior parte di quelli accolti lo scorso anno proviene dall'Egitto, seguito dal Marocco e dal Pakistan. Ci sono, poi, presenze significative dal Kosovo, dalla Nigeria e dall'Afghanistan.

Di questi, otto hanno un'età che va dagli undici ai 14 anni; undici hanno 15 anni ed il rimanente dai sedici ai diciotto anni non ancora compiuti. Ancora, del totale (i dati si riferiscono sempre allo scorso anno), coloro che hanno presentato richiesta di asilo sono tre: due afghani ed un immigrato da El Salvador.

«Indipendentemente dalla richiesta di asilo, per tutti i ragazzi viene predisposta una serie di interventi sia a tutela della loro persona sia mirati alla loro integrazione sociale - conclude l'assessore Maione -. Dunque, al di là del vitto e dell'alloggio, si opera anche per un loro inserimento scolastico, per l'insegnamento della lingua italiana e per la formazione professionale. Il nostro impegno è anche mirato a favorire l'affidamento famigliare qualora è possibile».
Anna Della Moretta

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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