Il tribunale su Adro: il "sole" a scuola discrimina Obbligo di esporre il tricolore

Il "sole delle alpi" affisso su una scuola pubblica discrimina. Lo ha deciso il giudice Gianluca Alessio del Tribunale di Brescia accogliendo il ricorso della Camera del Lavoro, Flc e Cgil in merito appunto al presunto carattere discriminatorio dei 700 simboli affissi dall’amministrazione comunale su banchi, zerbini e vetrate della scuola di Adro. Il giudice ha inoltre deciso che la scuola dovrà esporre la bandiera italiana e quella dell’Unione Europea. Il sindaco Lancini: "Mi sento preso in giro".
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Il "sole delle alpi" affisso su una scuola pubblica discrimina. Lo ha deciso il giudice Gianluca Alessio del Tribunale di Brescia accogliendo il ricorso della Camera del Lavoro, Flc e Cgil in merito appunto al presunto carattere discriminatorio dei 700 simboli affissi dall’amministrazione comunale su banchi, zerbini e vetrate della scuola di Adro. Il giudice ha inoltre deciso che la scuola dovrà esporre la bandiera italiana e quella dell’Unione Europea.

Il ricorso si appellava "alla necessità di evitare che i lavoratori della scuola pubblica siano obbligati ad operare all’interno di un ambiente politicamente connotato (i soli sarebbero riconducibili alla Lega Nord) in contrasto con la natura laica e non ideologica del soggetto con il quale i lavoratori stessi hanno stipulato il loro contratto di lavoro".
E' stata quindi ordinata la "rimozione definitiva a spese del comune" di quello che viene considerato simbolo partitico e l'esposizione della bandiera italiana e di quella dell’Unione Europea.

Riempire una scuola con il "sole delle alpi" significa "imporre la visione culturale del partito della Lega Nord" nel "modo comune di sentire" degli alunni "come la visione normale". Così spiega il Tribunale civile di Brescia. Secondo il giudice Gianluca Alessio, il "vero e proprio inquinamento" della scuola "con segni partitici" incide sulla possibilità del docente "di attuare un modello educativo propositivo, e quindi realmente educativo".

Dura la reazione del sindaco di Adro Oscar Lancini: "Mi sento preso in giro, voglio
lanciare un appello al presidente Napolitano: ma in che Repubblica siamo? Io non mi sento tutelato. Abbiamo più sentenze con risultati diversi a seconda dei ricorrenti o del
colore politico delle amministrazioni coinvolte. Come si fa ad avere fiducia nella magistratura e nelle istituzioni?".

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