Garda

Alla scoperta dei bunker dimenticati

In mostra a Rivoltella le mappe dei rifugi antiaerei gardesani costruiti nel ’44-’45.
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Alla scoperta dei bunker dimenticati della Seconda guerra mondiale. Le ricerche nell’archivio di Stato di Brescia hanno restituito ai ricercatori di Xplora, associazione desenzanese, i documenti e le mappe di molti rifugi antiaerei costruiti nel 1944-45 nelle cittadine gardesane. Sono quelli di Toscolano, Maderno, Gargnano, Lonato e per ultimo Desenzano.

Le piantine sono esposte nella mostra «Home front, uniformi e bunker» allestita a Villa Brunati di Rivoltella e visitabile nel fine settimana fino a marzo. Sono già state utilizzate per importanti ritrovamenti. A Gardone Riviera in febbraio era stato individuato e ispezionato l’ospedale bunker realizzato dall’organizzazione Todt per le SS con tanto di sala operatoria e sistema di areazione a pedali, mentre a Lonato la mappa localizza con precisione il mega rifugio a forma di «U» sotto la torre e il quartiere Cittadella capace di accogliere ben 1.300 lonatesi, visitato solo parzialmente.

Ora i ricercatori Armando Bellelli, Serena Oneda, Andrea Bellandi e Diego Vezzoli stanno preparando a individuare gli accessi dei rifugi di Desenzano e, se si troveranno, ad esplorare i bunker. Sono una dozzina i rifugi antiaerei localizzati a Desenzano. Furono costruiti nel 1944 dopo le numerose sollecitazioni inviate al Ministero dell’Interno e al Comitato provinciale di protezione antiaerea di Brescia.

«Abbiamo ritrovato carteggi e piantine dei rifugi di Desenzano - spiega Armando Bellelli -. Sono in tutto una dozzina, ma quelli che suscitano il nostro interesse sono in particolare quattro. Il primo è situato nella zona delle scuole elementari di via Mazzini dove c’era una sezione della Legione autonoma mobile Muti, che aveva compiti di polizia politica e militare, protagonista in provincia di Milano e nel Cuneese di rastrellamenti, violenze e crimini. E poi c’è il bunker di via Dal Molin vicino a via Pasubio. Nella palazzina sull’angolo c’era la sede dell’Ispettorato della razza con i suoi archivi e la sua attività contro gli ebrei. Il terzo si trova sotto il convitto Bagatta e l’ultimo, citato nelle lettere che abbiamo ritrovato, sotto il castello. Ve ne sono altri, ad esempio nella zona del Circolino in via Gramsci, ma per ora concentriamo i nostri sforzi nelle quattro zone prima citate.

«L’obiettivo - prosegue Bellelli - è non solo quello di scendere nei rifugi e di esplorarli ma anche di accertare se là sotto sono stati nascosti documenti, archivi, reperti che possano contribuire a capire quel periodo. Mi riferisco in particolare a quello adiacente la sede dell’Ispettorato della razza. Quanto prima avvieremo le indagini».

 

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