Garda

Ai Musei Mazzucchelli «di cappello in cappello»

Ai Musei Mazzucchelli di Ciliverghe di Mazzano aperta una mostra che espone oltre 600 copricapi dagli anni '20 agli '80.
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La signora impellicciata che digrada verso il centro, direzione - immaginiamo - Teatro Grande. La ragazzina bene al parco, un libro e gli occhioni leziosi. Gli anni Settanta ruggenti e ribelli, le minigonne, look trasgressivo variegato contestazione.
A ogni mise il suo copricapo. Prodigi della storia del costume, della moda. Della donna e della seduzione. Del cappello. Anzi, dei cappelli. Più di 600 quelli esposti in «L'ultima frivolezza, di cappello in cappello», selezione aperta fino al 2 settembre dei più interessanti modelli - dagli anni Venti agli anni Ottanta - dei depositi del Museo della Moda e del Costume dei Musei Mazzucchelli di Ciliverghe di Mazzano diretti da Lara Alberti.

Suddiviso per aree tematiche - con abiti abbinati - l'allestimento lascia gongolare l'inventiva. L'haute couture effonde fragranze di crème, l'alta società dei salotti, dei balli e dei debutti in pompa magna devota a Christian Dior e Paulette. Le creazioni in rafia fanno cantuccio a sé, tra un divanetto, un tavolino e un feuilleton. Un negozio d'antan, e non puoi non vederla lì, la bella signora che pretende solo il meglio, magari La Parisienne o Gaffuri Maestri, o bresciani d'eccellenza. E, ancora, i cappelli da giorno: una passeggiata, i parchi delle ville, vagheggiamenti di abiti leggeri in taffettà.

E poi le piume. Mille piume: piume di fagiano, piume di pavone. Basta che siano piume. Un evergreen lungo l'intera evoluzione del copricapo, elemento di originalità contenuta, approvata. Per non parlare della storia dei cappellini da sposa, affiancati allo sviluppo dei relativi abiti. Che sono storia di donne e di uomini, più che semplici segni di modelli sartoriali che cambiano. Donne che hanno sognato, sperato, promesso. Accanto all'uomo per la vita, che senza troppa fatica ti rivedi cucito nel classico smoking incoronato a cilindro.

Quando la sera scende, oltre alle intramontabili piume, fa capolino l'audacia. I colori, provocazione quanto basta, la civettuola, atavica brama di essere sempre la più bella, raffinata, all'avanguardia.
Un occhio alla vicina di poltrona sorseggiando Mozart, l'altro al grande schermo, alle inarrivabili e sospirate, Audrey e Greta e Ingrid, icone di stile, dittatrici di tendenze.
A margine, i bozzetti originali dei copricapi sono diventati stampe, le cappelliere da viaggio sono lì, in angolo, aperte come appena rientrate da un viaggio o sdraiate ordinatamente aspettando di schiudersi a guisa di una ostrica sui generis in attesa della sua perla. E una collezione unica di spilloni per cappelli, appartenente a Dilva Zandonella, vestale del negozio vintage «Moscova libri e robe» già coccolata da Vogue, lei per prima, decenni orsono.

La mostra sarà aperta ai Musei di via Giammaria Mazzucchelli 2 fino al 2 settembre con i seguenti orari: dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18 e nei fine settimana dalle 10 alle 18. I biglietti interi (che danno accesso a tutte le esposizioni) costano 8 euro, il ridotto 6 euro; per le scolaresche l'ingresso costa 3 euro. Per le visite guidate è necessaria la prenotazione. Informazioni:

www.museimazzucchelli.it

,

info@museimazzucchelli.it

, telefono 030.212421.
Raffaella Mora

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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