Green Hill, stavolta l'assalto è fallito
L'immagine simbolo dell'ennesima manifestazione contro Green Hill, che, organizzata dal Coordinamento di Milano, è andata in scena sabato pomeriggio a Montichiari, è quella offerta da un uomo, che s'è presentato con una tunica bianca e una croce sulle spalle: un calvario.
Per tutti, infatti, quella di ieri è stata un'autentica sofferenza. Per i manifestanti, che, oltre a ribadire le loro posizioni («Basta con la vivisezione; chiudiamo Green Hill»), non hanno ottenuto niente di nuovo; per le forze dell'ordine, che hanno contenuto la manifestazione nell'alveo della legalità, anche quando qualche «testa calda» ha cercato di andare oltre; per chi era andato per protestare civilmente e ha contestato i manifestanti che hanno infranto la legge. Tutti, inoltre, hanno avuto il loro calvario a causa del caldo torrido, spossante. Infatti non sono mancati dei malori.
I manifestanti (1.500, forse 2.000, c'era anche la cantante Anna Oxa) si sono ritrovati nel piazzale del Palageorge. Poi, dopo le parole di uno degli organizzatori (che se l'è presa con l'ex ministro Brambilla: «Non la vogliamo, perché sfrutta questa situazione per raccogliere voti»), il corteo è partito alla volta di via Artigianale: la strada ai piedi della salita che porta all'allevamento Green Hill.
Lì è partito il solito tiramolla. Da una parte delle transenne i manifestanti, che, anche con toni molto offensivi, chiedevano di poter arrivare fino al canile; dall'altra le forze dell'ordine, ferme sia di fronte alle offese sia nell'intento di far rispettare gli ordini ricevuti: «Il corteo non deve arrivare a Green Hill». Al che, alcuni manifestanti hanno cambiato strategia: dopo aver divelto (con tronchesini e pinze) una recinzione che si trova sul lato sud di via Artigianale, passando attraverso i campi sono arrivati sino ai cancelli del canile. Ad attenderli, però, c'erano Polizia e carabinieri. «Ad aprile siamo riusciti a fregarli e liberare i cani - ha commentato un ragazzo -; questa volta sono stati più furbi di noi
».
Anche davanti ai cancelli di Green Hill si è ripetuta la stessa situazione, con i manifestanti che «spingevano» da un lato per abbattere la recinzione del canile e le forze dell'ordine che, in tenuta antisommossa, «spingevano» in senso contrario. Risultato: cinque persone denunciate per resistenza e lesioni. Altre denunce potrebbero scattare a breve, quando verranno visionati i filmati girati nei momenti di maggior tensione.
Seppur con qualche eccezione (una ragazza, ad esempio, è stata presa in consegna perché continuava a insultare le forze dell'ordine), dopo i parapiglia, verso le 19,15, è tornata un po' di calma. Davanti ai cancelli di Green Hill si fronteggiavano ancora, ma senza «spingere», alcuni manifestanti e le forze dell'ordine; in via Artigianale c'era un presidio di altri manifestanti, intenzionati a rimaner lì (a turno) fino alla metà di luglio. La maggior parte dei presenti, però, aveva già guadagnato la strada di casa.
La società dal canto suo è intervenuta con una nota: «Una minoranza di ultras vuole decidere una partita in cui in gioco non c'è solo il futuro del nostro allevamento e dei suoi dipendenti, ma anche quello della ricerca scientifica in Italia - ha scritto Green Hill -. È paradossale come il giudizio di un Tribunale possa essere messo in discussione da una violenza intollerabile che si è manifestata con i ripetuti attacchi al nostro allevamento e con la pubblicazione di documenti falsi o manipolati». gaf
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