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Assalto in Burundi, suor Carla è fuori pericolo

La suora originaria di Pontoglio, ferita nell'assalto di Kiremba, è stata operata e sta meglio. Ha parlato al telefono coi parenti.
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Suor Carla Brianza sta meglio. Nella notte fra domenica e lunedì è stata sottoposta ad un intervento chirurgico ed è ora fuori pericolo. La religiosa è stata in grado di parlare al telefono con i fratelli, che abitano a Pontoglio, e a loro ha raccontato le ore terribili dell'assalto.

Il commando di uomini armati, forse 4, ha fatto irruzione intorno alle 21 ora locale: suor Carla si trovava nella casa delle suore Ancelle della Carità, che sorge vicinissima all'ospedale voluto e costruito dai volontari bresciani oltre 40 anni fa. Gli uomini cercavano denaro ed erano organizzati: pare indossassero camici bianchi sottratti dagli ambulatori. Senza pietà hanno ucciso suor Lucrezia Mamic, di origini croate, mentre suor Carla è stata tratta in ostaggio dai banditi assieme ad un volontario di origini veronesi, Francesco Bazzani.

Gli uomini armati sono fuggiti con i due usando un'auto dell'ospedale. Nella loro fuga sono stati però intercettati da unità della Polizia del Burundi: ne è scaturito un terribile  conflitto a fuoco, ingaggiato dai malviventi. La religiosa bresciana è stata gravemente ferita ed è stata ricoverata nell'ospedale della missione. Niente da fare invece per il volontario veronese, che è stato ucciso sul colpo.

«Due uomini armati - ha raccontato alla Misna padre Michele Tognazzi, missionario Fidei donum - sono entrati nella casa delle Ancelle della Carità, la congregazione delle due suore, con lo scopo di mettere a segno una rapina. Hanno ucciso la suora croata, quindi si sono impossessati dell’auto e sono fuggiti, trascinando a bordo suor Carla e Francesco, volontario originario dell’associazione Ascom di Legnago, in provincia di Verona».

Temendo di essere catturati dalla polizia, che li stava inseguendo, gli aggressori hanno fermato l’auto e fatto scendere i due ostaggi: «Francesco è stato ucciso a bruciapelo - ha proseguito padre Michele - suor Carla è riuscita invece ad afferrare con le mani la canna del fucile che gli era stato puntato contro. Un gesto che ha recuperato secondi preziosi e ha contribuito a salvarle la vita, perchè a quel punto l’aggressore per liberarsi dalla presa ha usato un coltello, colpendole le mani e allontanandosi quindi insieme al complice».

La religiosa ha dimostrato coraggio e sangue freddo: nel tentativo di difendersi ha afferrato il fucile che uno dei malviventi le stava puntando contro. Allora è stata gravemente ferita ad una mano con un machete; pare le siano state amputate alcune dita.

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