Il caso mensa, non c'è alcun passo avanti

Il sindaco Oscar Lancini rilascia una fila di interviste sul viale capitozzato del palazzo municipale. Prima Anno Zero, poi l'Avvenire, quindi Di Più, La Stampa... Non si sottrae a nessuna domanda e non fa un passo indietro. «Certo, anche la questione finanziaria - dice - ha stretto ulteriormente i lacci della borsa... La mensa c'è da 24 anni e sono state stabilite 6 fasce di pagamento, dal massimo di 4 euro e 50 al minimo di un euro e qualcosa. Per le situazioni eccezionali ci sono i servizi sociali... Per quanto riguarda il benefattore, ce ne ha dette di tutti i colori in quella lettera e ora dovrà mantenere le promesse».
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Il sindaco Oscar Lancini rilascia una fila di interviste sul viale capitozzato del palazzo municipale. Prima Anno Zero, poi l'Avvenire, quindi Di Più, La Stampa... Non si sottrae a nessuna domanda e non fa un passo indietro. «Certo, anche la questione finanziaria - dice - ha stretto ulteriormente i lacci della borsa... La mensa c'è da 24 anni e sono state stabilite 6 fasce di pagamento, dal massimo di 4 euro e 50 al minimo di un euro e qualcosa. Per le situazioni eccezionali ci sono i servizi sociali...  Per quanto riguarda il benefattore, ce ne ha dette di tutti i colori in quella lettera e ora dovrà mantenere le promesse, pagare tutti i debiti della mensa, di coloro che non possono e non vogliono pagarla...».

La storiaccia rischia di verniciarsi di altre brutture, semmai fosse possibile. Il sindaco Lancini usa toni rispettabili, ma la sostanza di quello che afferma è indigesta: perché un benefattore di 10 mila euro dovrebbe essere obbligato a pagare anche per coloro che non sono più intenzionati a farlo perché si sentirebbero offesi dalla lettera appesa al contributo? Rileggiamo la lettera. È scritta con trasporto, con le caratteristiche di chi non scrive un romanzo al giorno e parla un romanzo al giorno, senza ripensamenti, al volo.

Ci saranno pure delle sbavature, ma risultano completamente inferiori alla bontà del gesto. Dopodiché, ieri mattina, si ascoltavano voci di fazioni, di parte, della storiaccia che starebbe in piedi per la ragione che nasconderebbe, al peggio, la vecchia guerra politica: di qua la Lega e di là il resto del mondo. Solo che in ostaggio rimangono dei bambini e una mensa. Per molti minuti abbiamo ragionato con alcune donne di Adro e quando siamo riusciti a saltare la trappola del sì e no e basta, quando siamo entrati in sintonia, ragionando con calma e a lungo, abbiamo trovato punti di convergenza, patti di unità. Per esempio, ci siamo accordati sulla importanza che nessuno deve fare il furbo e se può pagare la mensa la deve pagare. E ci siamo accordati sul fatto che se un due per cento di famiglie non ce la fanno a pagare la mensa, né di rinf né di ranf, la pagherà il Comune.

Parliamo col sindaco e si dice d'accordo, che i servizi sociali intervengono sulle situazioni difficili, che sono sempre intervenuti e lo faranno anche per il futuro. Il sindaco Lancini anticipa per il prossimo anno scolastico modalità diverse nella gestione della mensa, l'introduzione di ticket...
 

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