Vigili del fuoco, i «nuovi» mezzi hanno... 30 anni

Dopo l’autopompa rimasta senza ruote in corsa e la denuncia sindacale ecco un'altra doccia gelata
Nuovi mezzi per i vigili del fuoco. Ma hanno 30 anni
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In arrivo nuovi mezzi al Comando dei Vigili del fuoco di Brescia. Nuovi... degli Anni ’80. Una contraddizione in termini di cui ci sarebbe da ridere se non fosse cifra di una situazione a dir poco allarmante.

Molti ricorderanno la protesta dei sindacati dei Vigili del fuoco del Comando di Brescia, levatasi la scorsa settimana dopo il clamoroso caso dell’autopompa che in piena corsa per un’emergenza ha quasi perso le ruote posteriori. In quel caso le organizzazioni sindacali avevano sottolineato come l’elevato chilometraggio e l’obsolescenza di alcuni veicoli rappresentassero un reale rischio per la sicurezza dei pompieri dei cittadini. Alla protesta il ministero ha fatto seguire la «beffa» del prestito del mezzo appena riparato a personale di altri comandi per un corso di guida sicura all’autodromo di Castrezzato.

Ma le novità ultime superano decisamente anche questa amara uscita. Con una scelta che riguarda la sostituzione di alcuni veicoli della «colonna mobile», la speciale unità destinata a partire e operare in autonomia su scenari estremi quali quelli di grandi calamità.

Alla luce della dotazione di un «policamper» - un grosso furgone allestito per accogliere 8/9 posti letto - e di un autocarro da trasporto dei primi ’Anni ’80, da radiare perché, come da indicazioni della Direzione regionale, le riparazioni necessarie superano il valore dei mezzi medesimi, ne sono stati assegnati altrettanti... più giovani solo di qualche anno. In luogo del camper «bresciano» in via di radiazione ne è arrivato uno da Bergamo che, al tentativo dei vigili del fuoco di aprire lo sportello posteriore - quello di un vano destinato a ospitare una motopompa - ha reagito male: il portello di lamiera, pesante una decina di chili, si è staccato piombando a terra. Solo un caso che nessuno si sia fatto male.

Al posto del Fiat Iveco Atc 90, ecco, invece un Atc 80 (più piccolo), il cui motore è peraltro in condizioni peggiori di quello dismesso. Un quadro che fiacca il morale dei vvf bresciani, sindacati in testa. Su tutti l’Usb, che leva la protesta per voce del segretario provinciale Matteo Angeletti: «Pare una presa in giro.

Il parco automezzi di Brescia è sconfortante: basti pensare che per l’apertura di due nuovi distaccamenti volontari - a Tignale e Paitone - vengono mantenute in servizio autopompe Om 79 degli Anni ’80. Che al Comando ci sono mezzi con 250mila km (come quello che ha «perso» le ruote) e a Montichiari da 300mila. Come sindacato chiederemo alla Direzione regionale l’elenco e i criteri delle assegnazioni di mezzi alle varie province lombarde: Brescia, oltre a Milano, è la sola realtà chiamata a esprimere in caso di calamità due sezioni di colonna mobile, tutte le altre province una sola. Questo impone che anche i mezzi per tale ambito siano assegnati a Brescia con maggior attenzione». Qualche cauto segnale di speranza però non manca: «La scuola Vvf di Monte Libretti, a Roma, dispone di due autopompe da 7.000 e 15.000 km e pare disposta a fare a cambio con le nostre sovraccariche di chilometri, che pur andrebbero bene per la scuola guida» anticipa Angeletti. «E in ambiente sindacale si dice che all’ultimo incontro al Viminale, lo stesso ministro Alfano abbia espresso rammarico per la situazione di Brescia, e assicurato che una nuova autopompa sarà assegnata a breve». Stavolta nuova davvero.

Gianluca Gallinari

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