Truffe e rapine, in otto finiscono in manette

Sono in tutto otto le persone che sono state arrestate all’alba di martedì dalla squadra mobile di Brescia nell'operazione Derrick.
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Sono in tutto otto le persone che sono state arrestate all’alba di martedì dalla squadra mobile di Brescia in collaborazione con la questura di Trento. Due arresti, è stato spiegato in una conferenza stampa in Procura, sono stati eseguiti a Soiano del Garda: in manette sono finiti Antonio Braidic, 53 anni, detto «Derrick» (da qui il nome dell’operazione) ed il figlio Giovanni, classe 1989. Nella villa sequestrata a Puegnago sono state arrestate Roberta e LoredanaBraidic.
A Padenghe è invece stato individuato ed arrestato il 41enne Marco Braidic, detto «Dimitri»; insieme ad Antonio Braidic era a capo della banda. A Casalmoro, in provincia di Mantova, la polizia ha fermato Carlo Caldaras. I sette sono accusati di associazione a delinquere finalizzata a truffe, furti e rapine. Infine a Castiglione delle Stiviere è stato
arrestato in flagranza uno dei fiancheggiatori della banda, il siciliano Salvatore Ferreri, trovato in possesso di una pistola con matricola abrasa. L’ottavo è stato arrestati a Venezia, Romeo Dorovic.

In tutto sono otto le misure cautelari in carcere emesse. All’appello manca quindi un altro membro della banda di sinti. Venti, invece, le persone indagate in stato di libertà.
Nella conferenza stampa è stato confermato che tra le vittime della truffa c’è stato anche Dario Bonetti, l’ex calciatore di Roma, Sampdoria, Milan e Juve, attualmente allenatore della Dinamo Bucarest, caduto nella rete della lunga serie di truffe operate dalla banda.

L’uomo, secondo quanto si è appreso, è rimasto vittima di una truffa nel 2010, quando si è recato nella villa dei nomadi per vendere la sua auto, una Porsche, ed è stato raggirato di una cifra portata in contanti, circa 10 mila euro, che secondo quanto da lui spiegato sarebbe dovuta servire a pagare un acconto per una permuta con un’altra vettura.

Una truffa che si era interrotta sul nascere, rispetto ad altre molto più ingenti messe a segno ai danni di imprenditori e uomini d’affari per cifre molto superiori, da 500 mila e anche 1 milione di euro.
Durante il sequestro di beni di lusso, tra cui diverse supercar, la gente del posto ha applaudito gli agenti che stavano eseguendo l’ordine dell’autorità giudiziaria. E' accaduto a Soiano del Lago, dove viveva una delle famiglie coinvolte dall’operazione della Squadra Mobile di Brescia. Così, al momento di caricare le auto sulle bisarche tra la piccola folla radunata davanti all’abitazione, richiamata dalle sirene della polizia e dal rumore degli elicotteri, è partito un lungo applauso verso i poliziotti.

Le indagini continuano per capire perchè alcune vittime si siano presentate con del denaro agli appuntamenti con i malviventi, sedicenti mediatori immobiliari o magnati russi, cui avrebbero soltanto dovuto vendere beni di lusso. Gli inquirenti stanno verificando se si sia trattato di un giro di denaro ’sporc' da riciclare. «La versione dei fatti
fornita alla polizia da alcune vittime delle truffe manca di alcuni passaggi» ha spiegato il procuratore capo di Brescia, il dottor Fabio Salamone.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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