Strage di piazza Loggia, i dubbi sull'ordigno

Per eliminare dubbi il 21 febbraio saranno in aula il generale Schiavi e il prof. Brandone: firmatari della prima perizia sulla bomba.
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La Corte d’assise d’appello di Brescia ha deciso. Il dibattimento di secondo grado per la strage di piazza Loggia deve essere rinnovato, ma solo con riferimento ad uno dei nove punti posti alla base della richiesta dalla Procura Generale.

Per eliminare dubbi o zone d’ombra martedì 21 febbraio saranno in aula il generale Romano Schiavi e il prof. Alberto Brandone: i due firmatari della prima perizia sulla bomba che esplose il 28 maggio del 1974 uccidendo otto persone e ferendone altre 100. Chiamati a dare risposte nel corso del primo procedimento sull’attentato, i periti di allora e testimoni di oggi conclusero per l’utilizzo di esplosivo di tipo gelatinoso (dinamite o gelignite).

I loro colleghi, nel corso di quello che si è concluso il 16 novembre del 2010 con l’assoluzione in formula dubitativa di Carlo Maria Maggi, Delfo Zorzi, Maurizio Tramonte, Pino Rauti e Francesco Delfino, hanno invece concluso per un ordigno a prevalente percentuale di tritolo. Una disparità di vedute che la Corte d’assise d’appello presieduta da Enzo Platé vuole approfondire anche perché di dinamite o gelignite parlò Carlo Digilio, uno dei “pilastri” dell’inchiesta della procura bresciana.

Pierpaolo Prati
 

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