Spintoni, insulti, accuse: la denuncia degli autisti

Le parole dei guidatori di autobus: «Svolgere il nostro lavoro diventa sempre più difficile e le tensioni aumentano»
Emergenza sicurezza: parlano gli autisti
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Gli spintoni, gli insulti, le accuse. «Siete razzisti» è la più frequente. È vita quotidiana. Una vita che diventa, giorno dopo giorno, sempre più difficile. A parlarne sono gli autisti degli autobus Sia, il giorno dopo la doppia aggressione ai danni di colleghi (uno della Sia, uno della Saia) che hanno avuto luogo a Calvisano e a Paratico
 
Per le statistiche, che considerano il numero di denunce raccolte tra le forze dell’ordine in relazione alle corse erogate, al numero dei mezzi e dei chilometri percorsi, gli episodi di violenza restano casi isolati. Ma nelle voci e negli sguardi degli autisti che ogni giorni stanno dietro al volante si ritrova il racconto di un’esperienza lavorativa sempre più complicata.
 
«Il nostro primo compito è portare i passeggeri nei luoghi che devono raggiungere in sicurezza e in orario - raccontano -. Ma diventa sempre più difficile e le tensioni aumentano. Spesso, purtroppo, a generarle sono anche ragazzi giovanissimi».
 
Dopo anni di scene in replay, gli autisti hanno adottato una strategia di sopravvivenza: lasciarsi scivolare addosso gli insulti, voltarsi dall’altra parte, tenere gli occhi solo sulla strada.

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