Processato e scarcerato l'indiano sceso dalla gru

È stato processato per direttissima l’indiano che mercoledì pomeriggio è sceso dalla gru su cui si trovava con altri cinque immigrati per protesta. Era stato arrestato, dopo essere sceso dalla gru, per violazione della Bossi-Fini e ha patteggiato una pena a sei mesi. È stato rimesso in libertà .
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È stato processato per direttissima l’indiano che mercoledì pomeriggio è sceso dalla gru su cui si trovava con altri cinque immigrati per protesta. Era stato arrestato, dopo essere sceso dalla gru, per violazione della Bossi-Fini e ha patteggiato una pena a sei mesi. È stato rimesso in libertà e il giudice ha dato il nulla osta alla sua espulsione.

Il suo legale, Marco Capra, ha chiesto che non venga espulso e che venga disposto nei suoi confronti un permesso di soggiorno da intendersi come una disposizione di carattere umanitario.  L’indiano, almeno per ora, rimarrà comunque in Italia per le esigenze investigative legate alla protesta della gru.

Rimangono nel frattempo sempre sulla gru gli altri cinque immigrati, che hanno rifiutato il cibo portato dalla Caritas

L'indiano, 27enne, era sceso dalla gru poco dopo le 14 di mercoledì, di sua spontanea volontà, e trasferito in Questura, dove è stato nutrito. "L’immigrato sceso dalla gru è stato subito visitato. Le sue condizioni di salute sono più che buone", aveva detto il questore di Brescia Vincenzo Montemagno.

Sulla gru, quindi, restano cinque immigrati che hanno rifiutato il cibo, accettando che vengano consegnati acqua e the.

«Ci rivolgiamo direttamente ai cittadini e ai lavoratori migranti che si trovano sulla gru, alle associazioni e alle realtà che sostengono la loro iniziativa, indirizzando a loro un appello particolarmente sentito e molto preoccupato, che si propone di porsi al di là delle divisioni, difficoltà, inerzie ed incomprensioni che si sono registrate nei rapporti con le stesse istituzioni» si legge nell'appello ai manifestanti della gru sottoscritto dalla Consulta diocesana delle aggregazioni laicali, da Cgil, Cisl e Uil di Brescia, dalle Acli provinciali e dall'Arci provinciale.
Continua: «Le iniziative assunte dai migranti hanno messo in luce, con drammaticità ed efficacia, sia sul piano locale sia nazionale, l'esistenza di una vera e rilevante questione riguardante l'accertamento e il riconoscimento dei diritti, l'assegnazione dei permessi di soggiorno o le istanze di regolarizzazione. Su questa questione è emersa un'ampia solidarietà e si registrano diverse iniziative anche a livello parlamentare. Riteniamo che tale problema debba essere assunto con consapevolezza e responsabilità e vada affrontato con urgenza, ed è per questo che riteniamo necessario si debba esprimere un forte impegno per individuare e praticare le strade più corrette per una posizitiva soluzione nel rispetto della legalità».
Ancora: «Ci rivolgiamo a voi, immigrati della gru di San Faustino e ai fratelli che vi sostengono, chiedendo di proseguire, ma in forme diverse, la vostra iniziativa, scendendo da lassù e sostenendo qui, tra noi, le ragioni fondamentali del vostro impegno per il riconoscimento della dignità e dei diritti dei lavoratori migranti».
 

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