Rapinatori uccisi a Quinzano: resta in carcere la guardia giurata

Rimane in carcere la guardia giurata che lunedì scorso a Quinzano D’Oglio ha ucciso, a colpi di pistola, due rapinatori. La decisione è stata depositata oggi dal gip Luciano Ambrosoli dopo che Mauro Pelella, la guardia giurata, era stato sentito durante l’interrogatorio di convalida del fermo.
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Rimane in carcere la guardia giurata che lunedì scorso a Quinzano D’Oglio ha ucciso, a colpi di pistola, due rapinatori. La decisione è stata depositata oggi dal gip Luciano Ambrosoli dopo che Mauro Pelella, la guardia giurata, era stato sentito durante
l’interrogatorio di convalida del fermo.
Alla pari della guardia giurata resta in carcere anche il terzo rapinatore, arrestato lunedì nel tardo pomeriggio.

Nelle sette pagine dell’ordinanza firmata dal gip Luciano Ambrosoli, si dice chiaramente che la guardia giurata arrestata con l’accusa di duplice omicidio per aver sparato a due rapinatori, non si sarebbe comunque data alla fuga. E si precisa che gli elementi acquisiti finora nelle indagini possono essere rivalutati sulla base dell’autopsia e degli accertamenti balistici.

Ma gli elementi contenuti nell’ordinanza a carico della guardia giurata rimangono comunque pesanti. Si fa  riferimento alla testimonianza di un calzolaio, che sostiene d’aver visto la Fiat Bravo con a bordo due dei quattro rapinatori partire a forte velocità. Questo sembra contraddire la versione di Pelella, secondo cui la vettura avrebbe innestato la retromarcia. Proprio per questo, sentendosi a rischio, ha detto, avrebbe iniziato a sparare verso la vettura.

Ed è inverosimile, secondo il magistrato, che i proiettili possano aver colpito il
conducente mentre stava guidando in retromarcia. La morte pressochè istantanea avrebbe impedito all’uomo d’invertire il senso di marcia. E per il gip Ambrosoli, è inoltre insostenibile che la guardia giurata possa aver «così clamorosamente sbagliato
mira». Viene ritenuto evidente l’elemento soggettivo doloso ed esclusa, a giustificazione della condotta, la legittima difesa.

La difesa ha annunciato ricorso al riesame e attende la pronuncia del 19 aprile della Corte Costituzionale sul «pacchetto sicurezza», e sulla norma per cui la custodiam cautelare nei confronti di un indagato per omicidio volontario può essere solamente in carcere.


Su quanto successo a Quinzano il sindacato UGL ha preso posizione: «La situazione delle guardie giurate è veramente difficile, la formazione è praticamente inesistente - ha spiegato il segretario provinciale della UGL terziario, Gianluigi Menichini -. Da tempo chiediamo che la normativa venga modificata, sia in termini di diritto del lavoro sia in termini di formazione di personale qualificato».

Per Ignazio Rinaldi, vicesegretario UGL Sicurezza Civile di Brescia «Gli interessi sulla vigilanza sono molteplici e vanno rispettati, ma vanno tutelati sia gli operatori sia i cittadini, che potrebbero essere coinvolti in una rapina. La guardia giurata presente deve essere preparata per gestire sia materialmente sia psicologicamente una
situazione di stress».

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