Peculato, cinque mesi a Elsa Boemi

Secondo l’accusa, Boemi avrebbe utilizzato una vettura dei vigili senza le insegne per raggiungere Brescia e tornare a Piacenza.
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Condanna a cinque mesi e interdizione per un anno dai pubblici uffici, con sospensione della pena: è la sentenza di primo grado pronunciata dal Tribunale di Piacenza per la comandante della Polizia Municipale Elsa Boemi, imputata di peculato.

Secondo l’accusa, Boemi avrebbe utilizzato una vettura dei vigili senza le insegne per raggiungere Brescia, sua città di residenza, e tornare a Piacenza, facendone un uso improprio per due mesi, tra dicembre 2009 e febbraio 2010. Il pm Antonio Colonna aveva chiesto la condanna a sei mesi di reclusione. Il tribunale ha anche disposto la trasmissione degli atti processuali alla Procura perchè valuti l’ipotesi di accusa di peculato in concorso nei confronti del sindaco Roberto Reggi.

«Sono sorpreso dalla condanna della comandante, figuratevi rispetto a un mio coinvolgimento. Sono tranquillo, ho la coscienza a posto», ha commentato Reggi, aggiungendo di aver invitato la comandante a proseguire il proprio lavoro: «la pena è infatti stata sospesa e la sentenza non è definitiva».

Le accuse sono sempre state respinte dalla comandante, che aveva sostenuto di essere stata autorizzata dal sindaco all’uso dell’auto. Una versione confermata dallo stesso Reggi, sentito come testimone in aprile: «La comandante della Polizia Municipale era stata
autorizzata con una lettera all’utilizzo dell’auto di servizio - aveva dichiarato il sindaco - per i suoi compiti di responsabile della Protezione Civile, per permetterle di raggiungere tempestivamente Piacenza in caso di emergenza, e in attesa di poter trovare un alloggio adeguato in città».

Il legale della Boemi, Paolo Fiori, aveva chiesto l’assoluzione perchè il fatto non sussiste, affermando che l’auto era usata in modo legittimo per il suo ruolo di responsabile della Protezione Civile.


 

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