Pasqua, capretto e polenta non conoscono crisi
La crisi c’è, ma non a Brescia per la Pasqua. I ristoratori nostrani hanno già il capretto in forno e sorridono in attesa dei clienti. Le prenotazioni sono arrivate con largo anticipo anche per Pasquetta, salendo in percentuale rispetto all’anno scorso, ma la maggior parte dei bresciani - quella che non ha lasciato la città per il ponte - resta fedele al pranzo nelle mura domestiche.
«Seguiamo la tradizione che resta un’arma vincente, oltre che un valore che nessuno ci può togliere - dice Raoul Porteri della storica salumeria di via Trento - abbinata sempre e comunque alla qualità delle materie prime e alla naturalità della cucina».
Tradizione in trionfo anche nei principali ristoranti del territorio: «Crespelle e capretto a volontà per i clienti che non rinunciano alla buona cucina durante le feste - osserva Giovanni Creminati titolare di enoteca e ristorante in via della Valle -, anche perché le donne non sanno più cucinare; meglio, non hanno più il tempo per dedicarvisi».
È andata bene anche alle pasticcerie che propongono colomba e uova di cioccolato artigianali. «Nonostante in molti si sforzino di proporre novità, la gente vuole ancora la colomba in pasta lievitata, purché di qualità superiore - afferma Massimo Tacconi, titolare della pasticceria storica di via Romanino -. A Natale abbiamo registrato un incremento di vendite. La Pasqua lo ha confermato appieno».
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