Paroli: per le carte di credito pago io

Il sindaco versa al Comune un assegno da 49mila euro. "Scelta personale. Qui nessuno approfitta per pranzare alle spalle della città"
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«Perché non resti neanche l'ombra del dubbio che in Comune c'è chi ne approfitta per farsi pranzi e cene a spese della città, pago io di tasca mia l'intera cifra al centro della polemica sulle carte di credito». L'assegno per 49.452,65 euro firmato dal sindaco Adriano Paroli a favore dell'amministrazione comunale è già chiuso nella cassaforte di Palazzo Loggia.

«Una decisione personale che ho assunto da solo - precisa il sindaco - e agli assessori della mia giunta non ho neanche lasciato il tempo per discuterne. Magari non è questa la decisione giusta, perché in realtà nessuno mi ha ancora spiegato in cosa quelle spese fossero illegittime. Ma è la mia decisione».

Adriano Paroli sceglie di affrontare di petto la vicenda che da quasi un anno ha investito il Comune, dalle segnalazioni interne dei Revisori alle interrogazioni del Pd. Fino al pronunciamento di pochi giorni fa da parte della Corte dei conti, secondo la quale dei 49mila euro spesi da sindaco e assessori in 18 mesi tra il 2008 e il 2009 ben 43mila sarebbero stati utilizzati in modo illegittimo.

«In realtà - spiega il sindaco - a tutt'oggi la decisione della Corte dei conti non ci è stata notificata, e quindi non ci è possibile valutarla nel merito. E pensare che nella nostra decisione di introdurre le carte di credito per le spese di rappresentanza c'era la volontà di rendere il tutto trasparente. La carta di credito certifica dove e quando hai speso dei soldi, non è la ricevuta raccolta per terra. E secondo voi noi siamo così scemi da introdurre un elemento di trasparenza per poi cercare di accaparrarci pranzi e cene?».

Anche sull'ammontare delle cifre spese Paroli respinge accuse e sospetti: «Ma vi sembra che 249 euro al mese per ogni assessore rappresentino una media da furbi? Qualcuno mi dica per favore qual è la cifra giusta per un amministratore che si trova a dover incontrare associazioni, ospiti illustri, politici. E che quando li invita a un pranzo di lavoro per conto della città non può certo impedir loro di scegliere il vino».

Decisa, come sempre in questi mesi, la difesa della sua squadra: «Io mi trovo in una condizione diversa perché ricopro un ruolo parlamentare, ma tra i miei assessori vedo molti che per far fronte agli impegni assunti stanno tralasciando la propria attività professionale. Oggi fare l'amministratore non dà certo la copertura economica, anzi. È chiaro che ogni singolo euro dei cittadini va speso con accortezza, ma è altrettanto chiaro che un amministratore deve essere messo in grado di operare. E di spendere, se necessario, la media di 249 euro al mese».
 

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