"Lotto ancora, ma ho pensato di lasciare l'Italia"

Paolo Scaroni, il tifoso del Brescia picchiato alla stazione di Verona nel 2005, non vuole abbandonare la sua battaglia.
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Aveva pensato di lasciare l'Italia Paolo Scaroni, il tifoso del Brescia picchiato alla stazione di Verona nel settembre di oltre sette anni fa. Lo ha pensato dopo la sentenza del 18 gennaio scorso, che ha assolto per quella che una volta veniva definita insufficienza di prove i poliziotti accusati di lesioni gravissime.

"Sono un cittadino italiano reso disabile al 100% per mano dello Stato - ha raccontato in una conferenza stampa - e non esiste un responsabile. Nessuno mi ha chiesto scusa, nemmeno è stato proposto un risarcimento. Così mi sono chiesto: ha ancora senso vivere in Italia?".

Alla fine la risposta è stata sì, "per gli amici e per la famiglia", ma anche per lottare. Paolo aspetta le motivazioni della sentenza, che usciranno a metà marzo, ma è deciso a continuare la sua battaglia, quasi sicuramente ricorrendo in appello. Intanto continua la fisioterapia, quella che non gli permette di tornare come una volta "ma di restare così, come sono ora, perché di migliorare non se ne parla"; vive grazie agli investimenti fatti in passato, al sostegno morale del gruppo Brescia 1911 e a quello della famiglia, fondamentale per lui. "Eppure - dice papà Piero sconsolato, mentre parla in quell'azienda che una volta era l'allevamento di tori di Paolo e che ora non vede più bestie - io non ho più fiducia nella giustizia. Ci sono cittadini di serie A e serie B, mio figlio evidentemente appartiene alla seconda categoria".
Gianluca Magro
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