Jean Luc: «Top di Brescia: su tutti gli Aucan»

Per il critico e conduttore radiofonico il best frontman è Moretz dei PHD.
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Quale è il miglior gruppo di sempre? Incominciamo bene: non sono un «assolutista». Sarebbe scontato dire Timoria, ma il loro percorso è più legato a Milano. Chi segnerà la scena locale sono indubbiamente gli Scisma. È significativo che leve promettenti come Le Case del Futuro abbiano ripreso un loro brano. Il gruppo al quale rimango più affezionato sono i Views, con la genialità e la sensibilità di Giovanni Ferrario. Se però devo fare un nome secco dico Aucan: hanno un talento pari ai nomi già citati e in più una capacità di gestirsi con lucidità e di muoversi in un ambiente molto complesso. Danno la sensazione di sapere esattamente quello che vogliono e come ottenerlo. Amo i loro lavori in studio, impazzisco quando li vedo dal vivo.

La miglior canzone? Per definire la miglior canzone bisognerebbe avere una visione oggettiva e io non ho mai avuto un approccio oggettivo. Fra le mie canzoni preferite ci sono canzoncine di poco conto, ma colonna sonora di momenti particolari. Con questo criterio dico «Expectations» dei Views: questo brano di Giovanni Ferrario era una piccola gemma di grande purezza.

Qual è il best album bresciano? Non disdegno gli album che fanno muovere il fondo schiena, ma se devo scegliere un solo album, deve essere di forte impatto emozionale. In questo caso l’unico elemento di giudizio è il pelo, si alza o non si alza. «Experiments On The Duration Of Love» dei Micevice è la colonna sonora perfetta delle notti insonne, soprattutto quelle estive.

E il miglior video? Non sono un grande fruitore di video. Se devo citarne uno dico «Insensibile» di Franci Omi.

Il miglior frontman in circolazione? Nessun dubbio: Stefano Moretz Moretti dei Pink Holy Days. Animale da palco di razza.

Qual è il gruppo più sottovalutato? Sono tante le realtà bresciane che meriterebbero maggiori riconoscimenti, come i Giuradei - ma credo che presto arriveranno al traguardo - e i 4 Axid Butchers, che non riescono in studio a ricreare l’urgenza che caratterizza i loro concerti. Il gruppo per il quale ho più rimpianti sono i Marydolls, che hanno perso troppo tempo fra il primo album e il secondo appena uscito.

E quello più sopravvalutato? Non ho capito la domanda... Scherzo. Da sempre mi rifiuto di esprimere pareri negativi. Ci sono troppi gruppi che mi piacciono per perdere tempo nel denigrare altri.

Un gruppo che vorresti tornasse? Lumière Electrique.

Qual è la tua «fantaband»? Dario Dassenno (Aucan) alla batteria; Giorgia Poli (Scisma) al basso; Franci Omi a tastiere e piano; Giovanni Ferrario e «Asso» Stefana alle chitarre e (se ne parlerà molto presto) Matteo Corvaglia (Crowsroads) alla voce.

Il miglior posto dove suonare a Brescia? Non c’è «il» posto migliore: il Latte Più è lo spazio per gli eventi maggiori; la Latteria è perfetta per proposte più vicine alla canzone e gruppi emergenti; il Lio è per il garage, il power pop e la psichedelia; il Carmen per le proposte più avventurose e il Magazzino 47 è l’habitat naturale del punk.

Pregi e difetti della scena bresciana. C’è molto fermento, qualità, solidarietà e collaborazione artistica. Ci sono i fratelli grandi (ad esempio Pier Ballarin dei R’s) che prendono per mano i fratelli più giovani. Ci sono strutture e competenze vere in tutti settori. Il difetto principale: accettare con rassegnazione lo stato di precarietà nel quale è costretto l’intero settore. Il problema, prima che politico, è culturale. In questo Paese manca la cultura della cultura. Sarebbe ora di muoversi per ottenere diritti, e sono convinto che si può fare partendo da situazioni locali. La passione non può più bastare ed è la specialità dei poveri cristi.

D: - «Che lavoro fai?».

R: - «Musicista...»

D: - «Ma di lavoro cosa fai?».

Fare musica è un lavoro dignitoso almeno quanto il fabbricare armi. Ha anche il pregio di essere più creativo.

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