Il Ministero stoppa gli Speed Check

Speed Check addio? Forse è troppo presto per giungere ad una simile conclusione, tuttavia è certo che il parere del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, giunto alla chetichella in risposta ad un preciso quesito sollevato circa la legittimità all'adozione di questi dispositivi di limitazione della velocità nei centri urbani, rappresenta una serie ipoteca sul futuro.
Ma andiamo per ordine. Il Ministero, infatti, specifica che «con riferimento al quesito (...) si premette che i dispositivi non sono inquadrabili in alcuna delle categorie previste dal Nuovo Codice della Strada (Dls n. 285/1992) e dal connesso Regolamento di Esecuzione e di Attuazione (DPR n. 495/1992). Conseguentemente, non risulta per essi concessa alcuna approvazione, ai sensi dell'art. 45 c. 6 del Codice e dell'art. 192 c. 3 del Regolamento, da parte di questa Direzione Generale». «Ciò premesso, il loro impiego per fini non sanzionatori non risulta coerente con la Circolare del Ministero dell'interno prot. 300/A/10307/09/144/5/20/3 del 14.08.2009, «Direttiva per garantire un'azione coordinata di prevenzione e contrasto dell'eccesso di velocità sulle strade».
Il Ministero si occupa poi ancor più nello specifico degli Speed Check specificando come «qualora i manufatti in argomento vengano utilizzati come meri contenitori di misuratori di velocità debitamente approvati, si rappresenta che, se installati in centro abitato, essi devono essere presidiati dagli organi di Polizia stradale, in quanto allo stato attuale della normativa il rilevamento a distanza delle violazioni del limite di velocità non è consentito in ambito urbano. Infine, da quanto è dato di capire dalla documentazione fotografica prodotta, il posizionamento sulla banchina potrebbe costituire un ostacolo per i veicoli in caso di svio».
Se non è una sorta di pietra tombale sullo Speed Check, il tono è quello dell'epitaffio se non interverranno correttivi ad hoc.
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