"Firme false sui contratti": bufera sull'Enel

Diverse le segnalazioni giunte anche dalla nostra provincia per il cambio di gestore con sigle contraffatte.
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Le segnalazioni si inseguono in diverse regioni e le denunce cominciano a fioccare anche nella nostra provincia. «Abbiamo monitorato la situazione di Brescia dove il fenomeno emerge, ma in tempi assai più recenti rispetto a realtà a noi vicine» ci confermano dal comando provinciale dei Carabinieri. In sostanza ci si troverebbe davanti a firme falsificate su contratti di erogazione di energia elettrica a vantaggio di gestori diversi da quelli inseriti nel mercato a «maggior tutela». Secondo le denunce esposte da molti nostri lettori, l'obiettivo è acquisire nuovi clienti per il gestore del Gruppo Enel che opera con Enel Energia nel «libero mercato», al contrario di Enel Servizio Elettrico che invece è il gestore nel «mercato a maggior tutela». Dalle segnalazioni emerge come spesso dopo mesi dalla visita del promotore, al ricevimento della prima fattura, l'utente si accorge di avere un nuovo gestore con tariffe più onerose del contratto precedente.
Del resto se nei primi mesi dell'anno erano stati già centinaia i casi segnalati di contratti falsi registrati in provincia per le forniture di gas ed energia elettrica, sembra che nelle ultime settimane si sia assistito addirittura ad una recrudescenza. La vicenda riguarda soprattutto gli anziani rimasti da soli in casa, facili vittime per venditori senza scrupoli che, prospettando un risparmio e comunque una convenienza, vengono convincono a cambiare fornitore dell'energia elettrica, senza poi che tale vantaggio economico sia reale. Un tema, quindi, quello delle firme falsificate in calce ad una serie di contratti di cambio di gestione che torna alla ribalta della cronaca e che impone riflessioni. Su richiesta di Federconsumatori l'Autorità per l'energia è intervenuta, e in settimana ha annunciato che da questo mese inizierà una verifica sulle aziende del mercato libero. Per tre mesi ascolterà imprese e associazioni che tutelano i consumatori e, alla fine, sanzionerà chi non dovesse risultare in regola. Ovviamente la decisione lascia spazio a polemiche: non sarebbe stato meglio emanare un provvedimento che stabilisse una regola certa, ovvero che senza firma o con firma falsa i contratti non sono validi? Sarebbe stato un provvedimento chiaro, mentre l'Autorità per l'energia ha deliberato di «avviare un'attività di ricognizione, volta ad acquisire informazioni ed argomentazioni sulla problematica dei contratti non richiesti». Eppure da una prima rilevazione di carattere nazionale risulterebbero falsi o non firmati almeno il 20% dei contratti del mercato libero, attivati dai venditori delle varie società. A questi si devono aggiungere le bollette che non arrivano, le tariffe fuori mercato e varie difficoltà nelle quali si imbattono i clienti.
Va da sé chiedersi se davanti a tali percentuali di situazioni critiche l'Autorità possa limitarsi a comminare multe mentre sarebbe più concreto modificare le norme e imporre di pagare.
Ora il fattore da impedire ai promotori è l'acquisizione del «codice cliente», ovvero il numero identificativo che l'Enel attribuisce a ciascun cliente. Con una firma falsa il gioco poi è fatto. E la provvigione è quindi assicurata.
Roberto Manieri

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