Città della cultura, Brescia mette sei zero nel mirino

La città individuata per il quinquennio 2015-2020 riceverà fondi dallo Stato. La Castelletti lancia la sfida
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Brescia città della cultura italiana? Un percorso impervio che deve fare i conti con tanti pretendenti. Una sfida che passa necessariamente attraverso la valorizzazione dei beni artistici della città.

Il 30 luglio scorso il Parlamento ha convertito in legge il dl Beni culturali che prevede l’individuazione per il quinquennio tra il 2015-2020 di una capitale della cultura italiana, che riceverà fondi dallo Stato per valorizzare il proprio patrimonio artistico culturale.

Per iniziare sarà una cifra a sei zeri, un milione di euro, ma la città designata avrà una serie di facilitazioni e possibilità di accesso ad ulteriori fondi. All’indomani della pubblicazione della legge in Gazzetta Ufficiale, il vicesindaco di Brescia Laura Castelletti ha lanciato la sua personale sfida: «Per la città un obiettivo ambizioso».

Ambizioso perché Brescia dovrà, innanzitutto, vedersela con le 6 città inserite nella short-list di quella che sarà individuata come Capitale europea della cultura 2019 (Cagliari, Lecce, Matera, Perugia, Ravenna e Siena). E ambizioso perché per candidarsi a capitale della Cultura serve un progetto.

Ad ogni modo, la volontà espressa dal vicesindaco riporta d’attualità tutti i monumenti che sarebbero un ottimo biglietto da visita per la candidatura Brescia. Cinque «tesori» cittadini per cui servono fondi e lavori di ammodernamento.

Innanzitutto il complesso romano che sarà al centro dal maggio all’ottobre 2015 della grande mostra, voluta dal Ministero dei Beni culturali e dalla sovrintendenza regionale, sulla romanità nel Nord Italia. Per il teatro romano sono appena iniziati i lavori di ristrutturazione della parte più esterna ed entro la prossima primavera dovrebbe essere messo in sicurezza il passaggio che conduce direttamente al Capitolium. Tuttavia manca un progetto complessivo di restauro dell’intero complesso e non si ha ancora idea dei costi e dei tempi per realizzarlo.

Altro tesoro in attesa di essere reso di nuovo fruibile è la Pinacoteca, le cui opere vengono adesso ospitate in parte a Santa Giulia. 

Infine c’è il Castello che pur essendo teatro di tante attività necessita di una regìa. Si dovrebbe, poi, restaurare la palazzina Heynau e farlo diventare un punto di ristoro, ma al momento non ci sono fondi.

La strada per arrivare alla Capitale della cultura rischia di essere molto o troppo lunga.

 

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