Buon compleanno Cavalcavia Kennedy

Il Cavalcavia Kennedy di Brescia festeggia il 5 novembre il 50esimo compleanno, ne ripercorriamo la storia
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Buon compleanno, Cavalcavia Kennedy. Cinquanta candeline quelle su cui soffia il viadotto che, sospeso sopra la linea ferroviaria, colma una cesura tra il cuore antico della città e la zona Sud, Brescia Due in testa, area di urbanizzazione che ebbe impulso anche grazie ad esso. Quel «trait d’union» teso tra via Saffi, dalla quale inizialmente la struttura mutuò il nome, e la campagna (allora...) fu infatti costruito tra la fine degli Anni ’50 e i primi mesi del decennio seguente, venendo ultimato a fine 1961.

La sua inaugurazione ufficiale porta così la data del 5 novembre di quell’anno, giorno in cui in città, vista la concomitanza di un convegno per i trent’anni della Centrale del Latte e dell’inaugurazione di nuovi edifici doganali ai Magazzini Generali Borghetto, giunse l’allora ministro delle Finanze Giuseppe Trabucchi.

La genesi del viadotto tuttavia è ben più lunga, se il solo iter amministrativo del progetto poi realizzato risale all’ottobre 1954, quando in una informale riunione - avvenuta nell’insolita sede dell’ufficio del capostazione della nostra stazione - tra il direttore generale delle Ferrovie, Giovanni Di Raimondo, il sindaco di Brescia, Bruno Boni, il sottosegretario ai Trasporti Egidio Ariosto, e l’on. Ludovico Montini (fratello del futuro Paolo VI), fu assunta la decisione: realizzare il cavalcavia. Alle Fs spettò il compito di erigere il sovrappasso ferroviario vero e proprio (nove campate per 146 metri di lunghezza e 19,7 di larghezza, con un’altezza massima sui binari di 6 metri), mentre il Comune provvide a costruire le due rampe d’accesso, a nord (120 metri di lunghezza, per una pendenza di 3,94%) e a sud (432 metri per 3% di pendenza), per un totale di 698 metri di estensione.

Il progetto definitivo delle rampe (espropri inclusi) risulta dalle cronache essere costato alla Loggia 682 milioni di lire, fondi per reperire i quali furono accesi due mutui presso la Cassa Depositi e prestiti: con gli interessi oltre 800 milioni. Sempre del ’55 è l’annuncio dell’avvenuto stanziamento dello Stato per la porzione a carico delle Ferrovie di 154 milioni del vecchio conio, contestuale all’assegnazione dell’appalto all’impresa Germano Pedrini di Calcinato.

Il sovrappasso vero e proprio risulta già ultimato quando alla fine del 1958 aprirono i cantieri delle rampe - ad opera della ditta Facchetti -, non prima delle demolizione di un garage-autorimessa e altri edifici. Dalle 10 del 5 novembre 1961 - con una significativa interruzione il 14 dicembre ’65, quando sei camion carichi di pietre e compressori lo percorsero simultaneamente per il collaudo - il cavalcavia unisce due anime della città. E se molto intorno ad esso è mutato, anche per il viadotto non sono mancati i make up: dall’asfalto che ha sostituito i sampietrini originari alla colorazione avveniristica dei pali della luce firmata nel 1999 da Jorrit Tornquist.


Gianluca Gallinari
 

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