Anche i sindaci bresciani protestano a Milano

Un lungo corteo di circa duemila sindaci ha sfilato per le strade di Milano da Palazzo Pirelli fino a Piazza della Scala per dire no ai tagli agli enti locali contenuti nella manovra economica del governo. Tra questi anche una cinquantina di primi cittadini provenienti dal Bresciano.
Sindaci dalla Bassa, dalla Valle, dal Garda, oltre a centinaia provenienti da tutta Italia, accomunati da slogan come "Siamo noi, siamo noi la riscossa dell’Italia siamo
noi" e le note dell’Inno di Mameli.
Una volta raggiunta Piazza della Scala si sono alternati dal palco rappresentanti dell’Associazione nazionale piccoli comuni (il coordinatore nazionale Mauro Guerra e il presidente Franca Biglio), alcuni sindaci (quello di Roma, Gianni Alemanno; di Torino, Piero Fassino; di Genova, Marta Vincenzi; di Verona, Flavio Tosi) e rappresentanti Anci (il vicepresidente nazionale, Graziano Delrio) e della Conferenza Stato-Regioni (il presidente Vasco Errani).
"Attendiamo una risposta netta, chiara e completamente positiva alle nostre richieste", ha scandito Guerra dal palco. "Il governo - ha continuato - non distingue tra vizi e virtù e
finisce per mantenere il vizio e punire la virtù".
Franca Biglio, invece, non ha lasciato spazio a mediazioni sui tagli agli enti locali: "Se l’articolo 16 non viene stralciato non c’è possibilità di dialogo e di mediazione, è da Roma che deve partire l’esempio". Anche secondo Flavio Tosi non si può "più permettere tagli ai comuni, questa volta non si può trattare uno sconto, è lo Stato centrale che deve ridurre i costi".
La richiesta in particolare dei comuni bresciani è stata quella di allentare il patto di stabilità in modo tale da permettere alle realtà che hanno possibilità di spendere di piter accedere ai fondi.
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