Affitto: dal primo gennaio contanti addio

Dal primo gennaio si paga con assegno, bonifico o carta: scatta l'obbligo di legge
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Contanti addio: dal 1° gennaio 2014 i canoni di affitto di casa si potranno pagare solo con metodi che consentono la tracciabilità, ossia bonifici, assegni o - prevedibilmente in casi più rari - bancomat e carte di credito.

Si tratta di un’eccezione al limite attualmente stabilito per l'utilizzo del contante, fissato a 999,99 euro: anche sotto tale soglia, infatti, non sarà ammesso l’utilizzo delle banconote per regolare il versamento dell’affitto. La prescrizione - relativa alle sole abitazioni (esclusa l’edilizia popolare) anche se a uso turistico e/o locate a soggetti non residenti - è contenuta nella legge di stabilità per il 2014 che, sempre in tema di locazioni, attribuisce ai Comuni una mansione di controllo da portare avanti con l’ausilio della consultazione dei registri di anagrafe condominiale.


Adriano Papa - già segretario del Sicet di Brescia e attualmente a capo del coordinamento regionale del sindacato inquilini e assegnatari che fa capo alla Cgil - accoglie con favore «il pagamento attraverso strumenti tracciabili: è un aspetto positivo, che peraltro auspicavamo da anni come soluzione di contrasto al sommerso». Tuttavia, secondo Papa alla norma manca ancora un tassello affinché si crei «un sano conflitto di interessi fra utilizzatori e proprietari», e cioè «un beneficio per l'inquilino».

Detto in parole più semplici, secondo il segretario regionale del Sicet sarebbe opportuno inserire «una parziale deducibilità dei canoni, così da innescare un meccanismo virtuoso che porti tutti a impegnarsi per il rispetto delle prescrizioni».

Discorso analogo per le funzioni di monitoraggio affidate ai Comuni. «Per come sono messe - prosegue Papa - i comuni non sono oggi in grado di assolvere a tali compiti», ma anche in questo caso potrebbe tornare utile un incentivo. Si potrebbe per esempio includere l'attività di lotta al nero in tema di locazioni «nelle convenzioni già in essere tra Comuni e Agenzia delle Entrate», riconoscendo alle casse comunali una percentuale del recuperato «da destinare a politiche abitative».

 

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