Garda

Il caso della vendita di Villa Zanardelli

C'è un preliminare per la vendita della villa, di proprietà della Fondazione Villa Paradiso, alla Società del Lago. Ma ci sono pure polemiche
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Il caso Villa Zanardelli, storica residenza costruita a Maderno dallo statista Giuseppe Zanardelli, attuale sede della residenza per disabili gestita da Fobap, sbarca in Loggia.

Il sindaco Emilio Del Bono apre un nuovo fronte: qualora la fondazione Villa Paradiso, proprietaria dell'immobile, «intendesse perfezionare l’alienazione, il Ministero è titolato all’esercizio della prelazione». 

Ipotesi che la deputata dei 5 Stelle Tatiana Basilio intende approfondire lunedì in Sovrintendenza. Ieri, all'inizio del consiglio comunale di Brescia, i grillini hanno chiesto a Del Bono cosa sapesse dell’atto di compravendita di Villa Zanardelli sottoscritto tra la Fondazione e la srl Società del Lago. Del Bono ha ricordato come la Loggia nomini tre consiglieri del cda della Fondazione. I membri attuali, scelti dal suo predecessore, sono in scadenza. 

Il 30 novembre, insieme al presidente della Provincia, il sindaco di Brescia ha invitato i suoi rappresentanti a «non assumere né atti di straordinaria amministrazione (dismissioni patrimoniali) né modifiche dello statuto». Ma così «pare non sia avvenuto». Quanto alla villa, valore e prezzo, «non sono dati in possesso del Comune. Unica conferma avuta è che è stato effettivamente sottoscritto un preliminare di vendita».

Nelle scorse ettimane Claudio Chimini, presidente del Cda di Fondazione Villa Paradiso, aveva così spiegato le ragioni della messa in vendita. 

«Villa Zanardelli - raccontava Chimini - presenta una situazione ambientale difficile per i ragazzi che ospita, disabili gravi, sia fisici sia mentali. Ci siamo perciò posti l’obiettivo di garantire loro una residenzialità migliore. Come? Costruendo una nuova struttura, progettata in funzione delle loro esigenze».
 
Villa Zanardelli è una splendida residenza storica, ma ai suoi attuali ospiti poco importa degli affreschi e del lusso. Barriere architettoniche, impianti vetusti, muri non isolati e umidità non rappresentano l’ambiente ideale per i ragazzi della Fobap.

La villa, insomma, è del tutto inadeguata come residenza per disabili. «Con Fobap - continua Chimini - abbiamo ritenuto di dover restare a Toscolano Maderno, anche per mantenere sul territorio i posti di lavoro. E con il Comune abbiamo individuato un’area adeguata, nella frazione di Gaino, dove poter realizzare la nuova residenza, più capiente e attrezzata anche per ospitare, prima struttura in Lombardia, un nucleo di ragazzi autistici. Ovvio che per costruire un centro di questo genere servono fondi». 

Il problema ora è capire se l'operazione abbia tutte le carte in regola per essere portata a compimento. 

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