Garda

Case a luci rosse cinesi, una anche sul Benaco

Nell’abitazione c’era anche una ragazza più giovane che veniva sfruttata e che ora sarà espulsa perché clandestina
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Il «Freccia gialla» si ferma anche nel Bresciano. L’operazione dei carabinieri di Mestre - coadiuvati da quelli di Desenzano e di Chiari e di altri Comandi compagnia - che ha condotto alla scoperta di un vasto giro di sfruttamento della prostituzione cinese ha portato all’arresto di due persone anche nella nostra provincia: una 48enne cinese, Liu Fen, che gestiva una casa a luci rosse a Desenzano.

Nell’abitazione c’era anche una ragazza più giovane che veniva sfruttata e che ora sarà espulsa perché clandestina. L’altro arrestato è un 45enne italiano, Alessandro Ansuini residente a Ospitaletto. I due sono stati colpiti da un’ordinanza di custodia cautelate emessa dal gip del Tribunale di Venezia che coinvolge anche altre quattro persone. 

Pesanti le accuse emesse a seguito di indagini serrate dei carabinieri di Mestre: sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Le giovani cinesi arrivavano nel nostro Paese convinte di ottenere un lavoro onesto.

Di fatto secondo quanto accertato dai carabinieri, una volta arrivate in Italia le donne venivano segregate negli appartamenti e costrette a prostituirsi, obbedendo a tutte le richieste dei clienti, incorrendo anche in malattie e gravidanze con il divieto assoluto di uscire. E ciclicamente venivano spostate di casa in casa a disposizione delle maitresse che coordinavano gli appuntamenti da remoto. Un giro che fruttava 5mila euro al giorno per ogni casa e un introito mensile di 150mila euro. I vertici dell’organizzazione, cinesi, si muovevano sui treni ad alta velocità del Nord Italia. Da qui il nome dato all’operazione «Freccia gialla», appunto. Oltre a perquisizioni e arresti è finito in manette anche un latitante da sei anni. Sequestrati beni immobili per 1 milione di euro.

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