Economia

Stage e lavoro: la Cina chiama i giovani bresciani

L’idea di Alberto Forchielli, presidente di Osservatorio Asia: creare un fondo che investa sui giovani.
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E se nascesse un’agenzia di collocamento dedicata ai giovani talenti che vogliono crescere fuori dai confini italiani? L’idea c’è, il progetto pure, ed è firmato da Alberto Forchielli, presidente di Osservatorio Asia e amministratore delegato di Mandarin capital partners, il più grande fondo di private equity focalizzato sull’asse Italia-Cina. Un fondo che investe sulle imprese, terreno fertile per la nascita di un’iniziativa che intenda investire anche sui giovani.

E a ragione, perché la comunità di italiani residenti nella seconda potenza economica mondiale è sempre più numerosa: secondo il «Rapporto italiani nel mondo» stilato dalla Fondazione Migrantes, infatti, tra il 2006 e il 2013 la presenza fissa di italiani nel Paese del dragone è aumentata dal 239%, e solo tra Pechino e sobborghi si contano poco meno di 7mila nostri connazionali.

Come raccontiamo in queste pagine, la presenza bresciana è in linea con i dati appena forniti: all’ombra della Grande Muraglia sono fiorite aziende nate tra le nostre valli, sui laghi o in pianura, e stanno crescendo non solo i figli dell’economia trapiantata, ma anche gli studenti e i ricercatori che hanno varcato le soglie del continente europeo per immergersi nella cultura (e nella tecnologia) orientale.

La presenza di giovani italiani, e ovviamente bresciani, in Cina è da tener sott’occhio: ecco il perché dell’idea di Forchielli, che ha per obiettivo sostegno e aiuto ai giovani emigrati nella ricerca di un alloggio, per districarsi tra la burocrazia italiana e cinese e poter accumulare esperienze da riportare (questo almeno si spera) un giorno in Italia.

Qualcosa si muove, è certo. Da tempo è aperto il canale che collega il nostro Paese alla Cina. La differenza rispetto al passato è che ora è più evidente il tentativo e la volontà di strutturarsi, per meglio spendere le energie necessarie e capitalizzare in maniera più efficace i risultati raggiunti. Ne è esempio anche Agic, l’Associazione dei giovani italiani in Cina battezzata a Pechino la scorsa primavera. Un punto di incontro, nella volontà dei creatori, per rafforzare lo spirito comunitario tra gli italiani che vivono in terra cinese e aiutarli - soprattutto, appunto, i più giovani - ad affrontare e superare le difficoltà della vita in un Paese molto diverso dal nostro.

Giovanna Zenti

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