Economia

Il futuro dei social media passa dal marketing

A Castello Malvezzi la terza edizione di Pwes. Applicazioni, formazione e strategie di business nella rete.
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La terza edizione di «Pane, web e salame», ospitata mercoledì a Castello Malvezzi, ha solcato l’oceano dei social media per capire a quale punto sia oggi l’Italia e interpretare la potenzialità in termini di marketing e business. Tocca a Simone Tornabene, direttore digital di Cemit Interactive Media, aprire i lavori. Con una constatazione: il Belpaese rischia di diventare a tutti gli effetti, nella rete, una colonia del mondo anglosassone. Vuoi per il gap linguistico, ovvero la rinuncia a dialogare con la nostra lingua nel mondo multimediale; vuoi per il digital divide, ovvero per l’alto numero di italiani che non navigano ma si limitano ad aprire un profilo su Facebook. Si aggiunga poi il capitolo privacy: le norme italiane bloccano alle aziende di pubblicità l’accesso a molti dati utili per costruire un profilo dell’utente, una possibilità che hanno invece aziende straniere che all’estero creano ricchezza. Si può chiamare «intelligence sul mercato», ed è una fetta di economia molto sviluppata negli Stati Uniti. Da tenere in buona considerazione, dal momento che la pubblicità sta morendo sui canali tradizionali in favore del web.

 

Serve dunque, per stare in rete, una buona formazione. Ecco perchè a Pwes3, nato da un’idea di Fabrizio Martire, Alessandro Mininno e Davide Dattoli, hanno partecipato anche Digital Accademia, Kinesis, cooperativa sociale onlus che attraverso la piattaforma Exlab propone educazione all’utilizzo di strumenti digitali, o ancora il Mart di Rovereto che si occupa di arte e cultura. Storie della rete raccolte ogni giorno da «Che futuro!», diario virtuale dell’innovazione in Italia, scritto quotidianamente da 40 autori con competenze diverse. Raccontano il futuro attraverso l’innovazione di oggi.

 

Esempio sono i progetti, come Followgram e Tweetbook, che, affidandosi al concetto di condivisione tipico di Twitter, offrono nuove opportunità ai naviganti. La prima, Followgram, è una piattaforma legata a Instagram, applicazione mobile di scatto, ritocco e condivisione foto. «La nostra piattaforma - spiega Fabio Lalli - estende le potenzialità di Instagram trasferendole anche sul web, con la possibilità di creare album fotografici e avere filtri di ricerca». 350mila gli utenti «agganciati» dal luglio scorso, tra cui non mancano multinazionali italiane e straniere, dall’automobilismo alla moda, interessate ad avvicinarsi agli utenti tramite le fotografie.

 

E poi c’è Tweetbook, di U10, un’applicazione web che grazie a parole chiave, filtri e criteri di ricerca seleziona i tweet che interessano all’utente, foto, video e testi compresi, raccolti in un prodotto digitale disponibile nel tempo. Una app utile, per esempio, per costruire il diario di una manifestazione o di un fatto di cronaca.

 

E, perchè no, anche della terza edizione di Pane, web e salame, che tra presenti o connessi via streaming (anche tramite il sito del Giornale di Brescia) è andata in archivio con oltre 450 «followers». La prima di una serie di manifestazioni che Talent Garden ha in programma nei prossimi mesi. Semi pronti a germogliare anche a Bergamo, Padova, Torino e Milano. Con un occhio alla capitale.

Giovanna Zenti

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