Economia

Armi, eccellenze nel cuore di Mosca

Undici le aziende della nostra provincia presenti alla Arms&Hunting grazie alla collaborazione con Pro Brixia.
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«La Russia è un paese dalle potenzialità enormi ed un mercato ancora tutto da dissodare: se la legislazione farà i passi avanti attesi nella direzione dell'apertura del mercato, potrebbe diventare uno dei paesi di riferimento per il settore armiero, al pari dell'America». Roberto Massarotto, manager del Gruppo Beretta per il marchio Benelli non ha dubbi: dalla fiera Arms&Hunting è arrivata l'ennesima conferma dell'appeal che il made in Italy esercita sul cliente russo: «Un riconoscimento che ha basi solide e convinte: quali la nostra ineguagliabile capacità di innovare, la nostra qualità ed eccellenza, i nostri investimenti in ricerca e sviluppo».

È nel cuore di Mosca, a poche centinaia di metri dalla Piazza Rossa e dai Magazzini Gum, che si è svolta la nona edizione della fiera delle armi. Una «piccola Exa», parzialmente «menomata» dalla legislazione che impedisce il commercio di armi corte «occultabili», e dove i produttori bresciani sono stati assoluti protagonisti.
Accanto ai marchi del Gruppo Beretta (Beretta, Benelli, Franchi, Burris, Sako, Tikka e Steiner), c'è il plotone delle undici aziende accompagnate da Pro Brixia e riunite in un unica grande area sotto le insegne della «Chamber of Commerce of Brescia».
La Russia rappresenta circa il 10% del fatturato della Fausti Stefano srl, un valore in costante crescita. All'ingresso dello stand dell'azienda di Marcheno campeggia una gigantografia con l'immagine delle tre sorelle Fausti, vestite di bianco con un abito da fine Ottocento. Richiamano un'immagine cara ai russi: quella ispirata dal romanzo Tre Sorelle di Anton Cechov. «Non possiamo nasconderlo, la crisi ha influenzato anche il mercato russo, ma le potenzialità qui sono enormi, abbiamo seminato molto in questi anni e ora si raccolgono i primi frutti».

La Fratelli Pietta di Gussago partecipa alla fiera di Mosca da cinque anni, qui presenta solo fucili semiautomatici da caccia: «Il trend è costantemente positivo - spiega Alessandro Pietta, figlio del titolare Giuseppe -. Le armerie russe hanno iniziato a riconoscere e apprezzare il nostro marchio. Per consolidare un mercato ci vuole tempo e pazienza. Il nostro punto di forza? La qualità che alla lunga batte qualsiasi concorrenza turca».
Tra gli stand c'è anche quello della Rizzini di Marcheno. Battista Rizzini ha portato a Mosca l'intera gamma dei suoi sovrapposti e paralleli. «L'epoca dei grandi numeri è finita - spiega -. Ci rivolgiamo a piccoli importatori russi che sanno riconoscere l'eccellenza delle nostre produzioni: anche i russi stanno imparando il piacere e la sensazione che può dare imbracciare una doppietta Rizzini».

Grandi riconoscimenti sono arrivati anche per la Pedersoli Davide di Gardone Val Trompia che nella capitale russa ha presentato un nuovo fucile modello Leva 1886/71 calibro 45-70 e calibro 444Marlin. Le armi d'avancarica di Pierangelo Pedersoli (in fiera col figlio Stefano) saranno protagoniste all'ambasciata italiana alla cerimonia di rievocazione della battaglia di Borodino, il sanguinoso scontro con Napoleone lungo la Moscova.
La fiera, si sa, è prima di tutto un luogo dove esporre le proprie novità, farsi conoscere e presentare il proprio marchio, creare preziosi contatti che in futuro possono trasformarsi in commesse. Per qualche bresciano Arms& Hunting è è stata anche l'occasione per chiudere buoni affari.
Vincenzo Perugini e Darko Visini sono due piccoli artigiani di Mazzano. La loro Fabbrica d'Armi ha solo nove dipendenti e produce pochi esemplari di fucile all'anno, con un prezzo al pubblico che va dai diecimila ai centomila euro. Sono fornitori di esemplari per il prestigioso marchio inglese Purdey. Realizzano doppiette e sovrapposti a canne rigate partendo dal blocco di acciaio, in modo tutto artigianale. In questi giorni in fiera Perugini e Visini hanno venduto sette fucili (di cui uno da centomila euro) ed altrettante «promesse» sono rimaste aperte. Insomma, avranno lavoro per i mesi a venire.

Anche Giovanni Rambaldini ha «quasi chiuso» un accordo con un cliente bielorusso. La Ramba di Flero realizza macchine ed impianti per la realizzazione di proiettili per armi da caccia. Partendo dal forno che fonde i lingotti di piombo, lo stampaggio dei pallini (da 1,5 a 10 millimetri) fino alle linee per lo stampaggio del bossolo in plastica. «Questo cliente bielorusso produce sigarette e nel 2011 ha avuto utili per parecchi milioni di rubli e vorrebbe investire nel settore delle munizioni creando da zero una linea completa - spiega Rambaldini -. Per noi sarebbe una commessa da oltre 2 milioni di euro che non capita spesso».
La missione russa si completa con incontri organizzati da Bresciatourism e la presenza degli istituti di credito, in particolare Banco di Brescia e Banca di Valle Camonica.

Dall'inviato
Roberto Ragazzi

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