Un casco che aiuta le donne durante la chemio
Perdere i capelli durante la chemioterapia ha ripercussioni psicologiche pesanti, soprattutto in una donna che sta lottando con il cancro al seno. Non è difficile perciò immaginare come un segno così visibile sia lo stigma immediato che marca la differenza fra «salute» e «malattia».
Quello che una paziente cerca è la normalità, per quanto più possibile. È continuare a riconoscersi allo specchio anche durante il difficile percorso di cura chemioterapica.
Evitare di perdere i capelli adesso è possibile, grazie al macchinario che l’Associazione Esa - Educazione alla salute attiva - ha donato al Civile, in dotazione alla Breast Unit, l’Unità multidisciplinare che si occupa di persone con tumore al seno e di cui è responsabile Edda Simoncini.
Uno strumento importante e costoso (ben 62mila euro) che offre alle pazienti la possibilità di scegliere su base volontaria e gratuitamente.
Il direttore generale dell’Asst degli Spedali Civili, Ezio Belleri, ringraziando l’associazione Esa ha anticipato il trasloco, a settembre, nella nuova e definitiva sede della Breast Unit al Satellite, dove un tempo era il Terzo Laboratorio, in spazi comodi e adeguati per seguire il percorso delle 500 nuove pazienti colpite ogni anno da tumore al seno. Di queste, circa 200 potranno «indossare» la cuffia col sistema Dignicap che raffredda il cuoio capelluto riducendo il metabolismo del farmaco e la sua attività a livello del follicolo pilifero.
All’importante traguardo di Esa hanno contribuito anche Fondazione Comunità Bresciana (che - come ha ricordato la vicepresidente Pia Cittadini - ha stanziato un finanziamento straordinario, fuori bando, di 20mila euro) e Fondazione Asm, rappresentata dalla vicepresidente Marina Rossi; oltre al notaio Luigi Zampaglione che ha offerto gratuitamente la propria professionalità per la gestione della donazione.
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