«Sul corso c'è puzza di patate fritte»: scoppia il caso politico
C’è puzza, non è decoroso. Con le parole di Margherita Peroni, riferite al nuovo negozio di patatine fritte in corso Zanardelli, Forza Italia ha presentato in Consiglio comunale l’emendamento per chiedere una stretta alla presenza di nuovi esercizi alimentari da asporto.
Per nulla d’accordo l'amministratore del nuovo negozio di patatine fritte «Chips house», che rivendica: «Il negozio ha tutte le carte in regola».
Il sindaco Emilio Del Bono cerca di smorzare le polemiche, in Loggia è però passato con voto bipartisan l’emendamento di Forza Italia.
Il dibattito sulle patatine fritte ha impegnato le prime due ore del Consiglio di martedì. A fronte di un’osservazione di Confesercenti che chiedeva di «preservare la funzione strategica del centro cittadino e il suo ruolo di vertice del sistema distributivo», FI ha chiesto una stretta alla presenza di nuovi esercizi alimentari da asporto: «In attesa che Regione Lombardia emani i criteri urbanistici che consentiranno al Comune di dotarsi di un piano del commercio - si legge nel testo - è vietata l’apertura di nuovi esercizi quali kebab, pizze al taglio, rosticcerie, friggitorie da asporto all’interno del quadrilatero di alto pregio, via X Giornate, corso Zanardelli, via Mazzini, piazza Loggia e piazza Duomo».
Lo spunto è stato proprio il Chips House in corso Zanardelli: «Questione di decoro - ha detto Margherita Peroni - chi esce dal Grande si scontra con la puzza di fritto, non è un bel modo per valorizzare il nostro centro».
L’emendamento è passato, con voto trasversale. Ma non sono mancate le perplessità: «Giusto tutelare il decoro urbano, ma così si limitano le attività per un presunto impoverimento dell’offerta - ha detto Francesco Onofri -. Ma chi stabilisce che una pizza al taglio impoverisce il centro storico?». «Diversificare l’offerta è un vantaggio per il centro, non un difetto - ha aggiunto Fabrizio Benzoni -. Una piadineria in via Mazzini è un elemento attrattivo per la clientela giovane».
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