Sparisce coca dal commissariato, anche l'ex lo accusa

Iniziato il processo a carico dell'assistente capo Vito Trupia: tra i testimoni chiamata anche l'ex amante
DROGA: POLIZIOTTO A PROCESSO
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Non poteva iniziare peggio per l'assistente capo Vito  Trupia il processo che lo vede alla sbarra con l’accusa di aver fatto sparire dall’armadio dei corpi di reato del suo commissariato due etti di cocaina.

Davanti al presidente Roberto Spanò ieri sono sfilati i testimoni chiamati dal pubblico ministero Isabella Samek Ludovici. Tra questi la sua ex amante. Il poliziotto, di giorno in servizio al commissariato Carmine, di notte nei panni di Vasco Rossi con la sua band sui palchi della provincia, ha dovuto incassare colpi pesanti.

Dopo aver riferito con un filo di voce le ragioni del fallimento della relazione, la donna ha parlato di droga, di confessioni e di minacce di morte. Ha detto di aver sorpreso nelle tasche del suo ex, circa un anno prima della crisi della loro relazione, un boccettino di cocaina.

Sollecitata dal legale dell’imputato, l’avv. Alberto Scapaticci, la donna ha poi escluso di aver visto sniffare il poliziotto. L’ex amante ha raccontato di essere stata presente ad una cessione di «coca» da uno spacciatore e di aver raccolto una confessione del poliziotto che potrebbe essere centrale. «Mi disse che prendeva la cocaina in ufficio e che la sostituiva con il bicarbonato. Ma io non gli ho mai creduto». Il bicarbonato non è mai stato trovato, così come non è mai stata trovata nemmeno la cocaina scomparsa dall’armadio dei corpi di reato del commissariato Carmine.

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