Latte e polemiche: «Ma quale scandalo? Truccarsi è un gioco»

Per Marco Profita, attore nella pubblicità della Centrale del latte, le polemiche sono pretestuose: «Non mi aspettavo tanto clamore»
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«Sono stupito, non mi aspettavo tanto clamore».

Quando fai una pubblicità sei pronto a vedere il tuo volto ripetuto centinaia, migliaia di volte. È il destino dell’attore, del modello: la tua immagine va dove altri decidono che debba andare. Marco Profita, però, non si aspettava certo che partecipando ad uno spot sarebbe finito in un frullatore che ha moltiplicato il suo viso per un numero incalcolabile di volte. 

«Non mi era mai capitato di finire in un caso simile».

Tutto merito, o tutta colpa, della polemica sorta attorno alla pubblicità della Centrale del latte in cui Profita appare truccato mentre gioca assieme a una bambina.

Per l’associazione Generazione Famiglia, area Family Day, è un attacco alla famiglia tradizionale, col papà decorato con ombretto e rossetto che fa scomparire la mamma perché - parole loro - non serve più a niente. All’immagine è associato lo slogan «la famiglia ha un nuovo formato», riferito alla nuova bottiglia della Centrale. 

Le reazioni non si fanno attendere: l’associazione condanna, Labolani (Fratelli d’Italia) segue a ruota e invita al boicottaggio, Maione (Forza Italia) si inserisce nel coro delle critiche e il centrodestra in Loggia si prepara a un’interrogazione, dato che la Centrale è tra le partecipate del Comune. Il Pd bolla invece come «ridicole» queste prese di posizione, attraverso una lettera firmata dall'on. Cominelli e da Massimo Reboldi.

«È solo una pubblicità - commenta Profita -. Chi ci vede altro lo fa perché vuole trovarci dell’altro. Ho letto che c’è chi parla di "papà transessuale". Ma quale trans? L’immagine descrive un momento di gioco con una bambina. In realtà interpreto lo zio, ma posso capire che possa essere scambiato per il padre vista la situazione. Non capisco però lo scandalo: sono truccato per gioco, è evidente. Si parla di un momento di amore e divertimento in famiglia». 

Ventiquattro anni, studi in Giurisprudenza e esperienze nel mondo del cinema (l’anno scorso era in «Infernet»), teatro e pubblicità, Profita non è ingenuo. 

«So che uno slogan simile in questo periodo può far discutere, ma in questa immagine non ci trovo niente di male. Non mi piace, invece, l’accanimento contro gli omossesuali. In questo caso è tutto molto pretestuoso».

La Centrale del latte ha spiegato che non c’era alcuna intenzione di attaccare la famiglia tradizionale. Nel frattempo, sui social e direttamente sulla pagina Fb dell’azienda, sono numerose le prese di posizione in difesa della Centrale e dello spot. In merito ai detrattori, Dario scrive: «Prima o poi capiranno anche loro che famiglia è dove c'è amore.... e buon latte».

È evidente, a questo punto, che la campagna ha avuto l’effetto desiderato: ai pubblicitari il trucco è riuscito in pieno. 

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