Dislessia, 5mila gli studenti bresciani che ne soffrono

Giornata di studio domani all'Abba Ballini. Organizzato dalla sezione locale dell’Associazione italiana dislessia (Aid) e patrocinato da Comune
DISLESSICI 5.000 STUDENTI
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Per loro lettere e cifre danzano cambiandosi di posto, le ore di studio sono infinite e le verifiche procurano il triplo dell’ansia. Il quadruplo, se ad attendere gli studenti con diagnosi di dislessia, disortografia, discalculia e disgrafia è l’esame di Stato conclusivo di un ciclo di studi. Ma possono brillare tutti «come stelle sulla Terra».

Sarà proprio questo, «La Legge 170/2010. Una corretta interpretazione in vista delle Prove Invalsi e degli Esami di Stato», il tema al centro della giornata di studio di domani, 3 maggio all’Abba Ballini.

Riconosciute con la Legge 170/2010 come disturbi specifici di apprendimento (Dsa), dislessia, disortografia, discalculia e disgrafia rientrano nei Bisogni educativi speciali (Bes) dal 2012. Si tratta di una realtà a cui i genitori bresciani sono sempre più attenti, così come la scuola che si muove nel segno dell’inclusione, ovvero la possibilità per ognuno di sviluppare le proprie potenzialità. Le prime stime ancora ufficiose parlano di circa un 3,2% di studenti bresciani - ovvero 5mila - dalla primaria alla secondaria di II grado. Ma dietro i numeri, a dover raccontare di sé, sono i loro percorsi, a volte tortuosi, in cui tutta la famiglia è coinvolta. Storie che però possono portare al successo formativo anche grazie, come da normativa, a un Piano didattico personalizzato stilato dai docenti e condiviso con i genitori. Piani che devono accompagnare l’alunno anche nel momento dell’esame.

Organizzato dalla sezione locale dell’Associazione italiana dislessia (Aid) e patrocinato da Comune, Provincia e Ust, il convegno del 3 maggio vuole «supportare le famiglie e rispondere alle richieste di formazione dei docenti» spiega Giovanna Fola, rappresentante territoriale Aid. «Spesso in chi ha un Dsa è compromessa la memoria di lavoro, il tempo è fondamentale - continua Ivana Scaroni, formatrice Aid - è importante che anche in sede d’esame la commissione tenga conto del piano didattico personalizzato di ogni ragazzo, specie in caso di commissari esterni».

Ma fondamentale è anche lo screening «che deve partire fin dai tre anni» specifica l’assessore alla Scuola, Roberta Morelli. Che annuncia: «A settembre proporremo un corso per il riconoscimento precoce dei Dsa nella scuola dell’infanzia». La giornata del 3 maggio prevede una sessione per i docenti alle 15, con iscrizione online e una sessione per la cittadinanza alle 20.30. Informazioni su brescia.aiditalia.org. 

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