Dieci giorni di smog oltre i limiti, rinviata ogni contromisura

L'aria resta malata a Brescia e provincia, un problema condiviso con le altre città della pianura Padana. Mancano le contromisure
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Dieci giorni consecutivi di aria malata, con livelli di polveri sottili che ieri hanno superato di oltre il doppio il massimo consentito, pari a 50 microgrammi per metro cubo d’aria.

Così, ieri al Broletto il pm10 ha raggiunto quota 118 microgrammi, al Villaggio Sereno erano 110, a Rezzato 143, a Odolo 90, a Darfo 51 e a Sarezzo 67.

Tutto ciò, mentre la riunione dei sindaci dell’area critica bresciana prevista per oggi è slittata a giovedì. Con il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, che chiede agli altri primi cittadini unità nelle decisioni, perché «un’ordinanza per la sola città è inutile». Del Bono auspica anche che la Regione Lombardia segua l’esempio dell’Emilia Romagna, facendo da coordinamento tra comuni e province per combattere l’inquinamento atmosferico, proponendo anche misure ad hoc.

Dal canto suo, il Pirellone ha annunciato che estenderà il divieto di circolazione anche agli Euro 3 diesel dal prossimo autunno, nel periodo compreso tra il 15 novembre e il 15 aprile.

Nel frattempo il tempo passa e bisogna affidarsi alla pioggia caduta oggi e alle previsioni dell’Arpa che indicano per domani condizioni favorevoli alla dispersione degli inquinanti. Da martedì, però, la situazione potrebbe tornare a peggiorare. Con la consapevolezza che febbraio è solitamente un mese critico per la qualità dell’aria.

Il problema è generalizzato e riguarda tutta la pianura padana. Da lunedì a Milano peraltro scatteranno le misure anti smog previste dal Protocollo della Città Metropolitana, in caso di superamento per dieci giorni consecutivi della soglia media giornaliera di 50 microgrammi per metro cubo di pm10. Misure che prevedono lo stop alla circolazione su tutto il territorio cittadino per i veicoli diesel Euro 3 senza fap (per cui l'ingresso è già vietato in Area C), dalle ore 8.30 alle 18 se privati, dalle 7.30 alle 10 se commerciali. È inoltre prevista la diminuzione di un grado centigrado dei riscaldamenti, e la riduzione di due ore della durata di accensione degli impianti.

Si tratta però di misure a macchia di leopardo, che non incidono su una pianura in cui l'aria ristagna, specialmente d'inverno, e dove le attività umane (dal traffico alle industrie) contribuiscono a renderla irrespirabile. Ancora una volta, il Nord Italia si trova impreparato di fronte al peggioramento dei livelli di smog, un problema noto e tutto sommato in attenuazione negli ultimi anni, ma che resta comunque tra le principali questioni irrisolte sul fronte ambientale. Da anni si parla della necessità di un coordinamento tra regioni, ma per il momento non sembrano esserci cambiamenti in arrivo. 

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