Comunione e Cresima da separare per il 40% delle parrocchie

Si è aperto questa mattina il Convegno del clero bresciano, la riflessione è centrata sul cammino di iniziazione cristiana, il nuovo catechismo
NUOVO CATECHISMO, LA REAZIONE
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Né una bocciatura, né un’adesione acritica: nel 40% delle parrocchie bresciane si sarebbe favorevoli a tornare indietro, a prima della sperimentazione iniziata nel 2003 con il vescovo Sanguineti: da allora, Prima Comunione e Cresima vengono somministrati in un’unica cerimonia in quinta elementare, non più in terza elementare e terza media.

Dopo quasi 12 anni, ora che tutte le parrocchie hanno completato almeno un ciclo di sei anni del nuovo cammino di iniziazione cristiana, la Diocesi ha deciso di capire come sia stato accolto da genitori, bambini, sacerdoti e consigli pastorali. Lo ha fatto con una ricerca del Centro internazionale studi famiglia, che ha raccolto dati con questionati cui hanno risposto ben 411 parrocchie su 473, l’87%. 

Il professor Pietro Boffi, ricercatore e coordinatore del gruppo del Centro internazionale studi famiglia, sottolinea nella sua relazione il giudizio positivo dei genitori in merito al loro coinvolgimento. Da parte dei ragazzi, invece, «i giudizi sono più problematici, e segnalano che la continuità è simile a prima della sperimentazione, se non addirittura minore perché non c’è più la cresima a trattenerli fino alla terza media».

Ed infatti nei genitori c’è la preoccupazione (evidentemente reale) che anticipare la cresima in quinta elementare faccia terminare altrettanto anticipatamente la partecipazione dei ragazzi alla vita della parrocchia. Permane, e per alcuni è da ritenersi accresciuta, la poca partecipazione alla Messa domenicale. 

La relazione di Boffi si chiude riportando l’appello/auspicio scritto su un questionario: «Bisogna lavorare su sacerdoti e catechisti affinché propongano il percorso con gioia ed entusiasmo, e non come una condanna da subire».

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