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Ragazza alla pari in Illinois

La 19enne di Vobarno Alessandra Egi è partita per un'esperienza formativa e lavorativa. Ecco la sua storia
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Quelle foto di New York pubblicate da una ragazza del paese l’hanno stregata, «la vedevo su Facebook e alla fine mi sono decisa a contattarla». Dai sobborghi di Chicago, Illinois, Alessandra Egi racconta la sua esperienza via Skype, nata un po’ sull’onda di quella dell’amica di Vobarno.

 

 

Alessandra ha 19 anni e un diploma al liceo Fermi di Salò. Finita la scuola ha due necessità: trovarsi un lavoro per guadagnare un po’ di soldi e imparare l’inglese. In quelle foto da New York un’unica risposta ad entrambe le esigenze: Cultura Care, un programma di scambio attraverso cui diventare parte di una famiglia americana, lavorando come baby sitter. «Ho fatto i primi colloqui a Milano - racconta -. Il punteggio era buono sia per la mia conoscenza della lingua che per l’esperienza fatta con bambini e ragazzi, dopo tanto volontariato in oratorio. Ho dato la mia disponibilità a rimanere negli Stati Uniti per dodici mesi e ho fatto l’esame per la patente di guida». In poche settimane il curriculum di Alessandra è finito online, a disposizione delle famiglie interessate ad una baby sitter. A ottobre il «match giusto», a dicembre il volo per Chicago.

 

 

 

«La famiglia per cui lavoro ha quattro figli - dice Alessandra -: il più grande, Christin, ha dieci anni, poi c’è Gavin di sette e infine i gemelli, Greyson e Grant, di tre. Il papà viaggia spesso per lavoro, mentre la mamma è casalinga e con quattro figli è davvero molto impegnata». La conoscenza della lingua prosegue a gonfie vele, i risparmi aumentano. «Vitto e alloggio sono a carico della famiglia, in più ricevo circa duecento dollari a settimana. Ho un weekend libero al mese e un giorno e mezzo nelle altre settimane, oltre a due settimane di vacanza retribuite nell’arco dei dei dodici mesi» spiega. Un buon investimento se si considera che per partire Alessandra ha speso 600 euro per l’assicurazione sanitaria e 600 di iscrizione al programma, al volo ha pensato l’agenzia.

 

 

«Ho consciuto altre ragazze alla pari qui in Illinois - continua -, nessuna italiana. Ogni tanto andiamo insieme a Chicago, con il treno sono trenta minuti». Qui Alessandra ha modo di conoscere da vicino la cultura americana. «La mentalità è molto diversa dalla nostra - racconta -: è un popolo più aperto del nostro, gentile e disponibile, dove persone diverse convivono nello stesso luogo. Le dimensioni sono enormi, non solo per le distanze, ma anche per quel che riguarda le famiglie, quasi sempre con tre o quattro figli, e le porzioni di cibo al ristorante dove spesso si portano a casa gli avanzi». Il percorso non è tutto in discesa, a qualche differenza bisogna abituarsi, soprattutto in cucina, perché i menù sono molto diversi da quelli italiani, «al punto che quando ho preparato io la pizza fatta in casa, la mia famiglia ha pensato di mangiare qualcosa di completamente diverso rispetto a ciò a cui è abituata».

 

 

Il percorso, poi, ha regalato ad Alessandra un serie di prime volte, dalla prima partita di hockey vista dal vivo alla prima di laser tech giocata sul campo. «E poi alcune scene sembrano proprio quelle che si vedono nei telefilm. Un giorno ero ferma in stazione a Chicago - ricorda - ed è passato un ragazzo, un soldato. Un uomo si è alzato e gli si è avvicinato per abbracciarlo e ringraziarlo per quello che ha fatto per il paese». L’avventura americana di Alessandra è ricca di esperienze, ed è solo all’inizio. «Tornerò a Vobarno» dice. E magari con la famiglia dell’Illinois: «La mamma non vede l’ora che i ragazzi crescano per fare un viaggio in Italia».

Giovanna Zenti

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