Dalla portulaca alle "erbacce" nel piatto
Quando mio marito mi disse l'estate scorsa di voler provare a mangiare quella che per me è sempre stata un’erbaccia da estirpare sono trasalita. Poi ho pensato – con somma generosità... – che se voleva avvelenarsi facesse pure. Non è bastato nemmeno un articolo sull’erbaccia in questione, una portulaca (Portulaca olearacea), a farmi cambiare idea.Alla fine si è raccolto le foglioline grassottelle della pianta, le ha lavate e se le è condite. Dato che non gli è successo nulla allora ho provato anche io. E sorpresa: l’insalata di portulaca è stata una buona e gustosa sorpresa.
E allora perché non provare? Anche il tarassaco è ormai considerata un’erbaccia e non solo. Mi vengono in mente le ortiche con le quali – ormai è un ingrediente sdoganato – si possono realizzare gnocchi e risotti, il topinambur, che sembra un qualunque "margheritone" giallo e che sotto terra nasconde una “patata” dal sapore di carciofo.
Un corso per scoprire le erbe spontanee lo organizza l’Officina Botanica di Castello Quistini. L’appuntamento è il 22 marzo 2015.
In cattedra Marilena Pinti, naturopata ed esperta di erbe spontanee. Dalle 14,30 alle 17,30 spiegherà come riconoscere le piante e le erbe spontanee, e alcuni utilizzi in cucina e i per realizzare decotti e tisane.
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