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L’emendamento (bocciato) che portava «Aci Storico» tra gli enti certificatori

Qualcuno lo aveva annunciato già al salone di Auto e Moto d’Epoca di Padova. Ma che Aci Storico diventasse - nell’ipotesi - in poco tempo un ente certificatore dei veicoli storici nell’articolo 60 del Cds, al pari di Asi, Fmi ed i vari registri storici, nessuno se lo sarebbe aspettato a breve.
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Qualcuno lo aveva annunciato già al salone di Auto e Moto d’Epoca di Padova. Ma che Aci Storico diventasse - nell’ipotesi - in poco tempo un ente certificatore dei veicoli storici nell’articolo 60 del Cds, al pari di Asi, Fmi ed i vari registri storici, nessuno se lo sarebbe aspettato a breve. Invece l’emendamento «Covello 1.887» alla legge di stabilità era proprio mirato a questo. Emendamento bocciato dall’aula, peraltro. 
In sostanza la proposta era di inserire «Aci Storico», il registro appena creato dall’Aci, accanto ad Asi, Fmi, Registro Storico Alfa, Fiat e Lancia e permettere quindi al nuovo organismo di rilasciare le certificazioni di storicità.
E’ il vero e proprio passaggio operativo dalla presentazione di una filosofia (il Registro storico di Aci) ad un’azione concreta (il rilascio della certificazione di interesse storico e collezionistico delle auto) con in parallelo anche qualche altro elemento che avrebbe sanato i problemi delle casse dell’Aci nazionale. 
Un altro emendamento, bocciato a sua volta senza appello, prevedeva infatti che la richiesta di individuazione dei proprietari dei veicoli da parte dei Comuni sui veicoli per accertare quando non sono assicurati, passasse attraverso il Pra e non la Motorizzazione. In poche parole, i finanziamenti sarebbero arrivati all’ufficio gestito da Aci e dell’archivio redatto negli anni dalla Motorizzazione sarebbe rimasta lettera morta. Ma gli emendamenti sono rimasti lettera morta. E c’è chi tira forse legittimamente un respiro di sollievo...
 
Roberto Manieri
 
 

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