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"7° Caballero Day", torna la magia intramontabile del mito Fantic Motor a ruote artigliate

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Una cosa è certa. Quando sei alla guida in montagna di un Caballero 50 con motore TX160 a quattro travasi, ogni volta che molli l’acceleratore devi scalare - talvolta anche due marce - altrimenti ai bassi ti scordi di salire certe pendenze. Ma per il resto, i giri che prende il motore e la coppia mantenuta dettata dalle vibrazioni che percorrono il telaio e arrivano alle manopole, ti riportano al piacere di guida di un piccolo gioiello su due ruote, nato dalla collaborazione tra l’azienda di Barzago e la Minarelli.

Un vero e proprio mito rosso fuoco che dai fatidici quindici anni ti puoi gustare alla soglia dei quasi cinquanta, senza sentire il peso anacronistico dell’essere un ormai attempato appassionato.

Se poi da dietro ti tallona il mitico Gianfranco Zorzi su una stupefacente KTM 250 ex ufficiale degli anni Settanta, allora ad ogni curva l’adrenalina ti pompa a mille nelle vene nel rombo poderoso del monocilindrico della “Kronreif und Trunkenpolz Mattighofen” (KTM, appunto). E’ la vecchia emozione che provavi alla fine degli anni Settanta quando il Regolarità Casa, pepato a dovere con un carburatore da 19 o da 22, con i suoi ammortizzatori a gas ed il forcellone a banana su cui godevi di mozzi conici,  faceva la differenza risetto al Super 6m. Qualche centinaio di lire  in più che allora come oggi, fanno la differenza e talvolta anche l’invidia di qualcuno. Gli stessi che ti trovano mille cose che non vanno nella moto, per poi essere smentiti in un amen dall’appassionato corretto ed esperto che candidamente ti dice il valore aggiunto della tua versione o del particolare allestimento. Come nel nostro caso, con un Regolarità Casa del 1980 (così è almeno dichiarato sul libretto) destinato al mercato tedesco, come dimostrerebbe il particolare blocchetto bloccasterzo che occhieggia dietro la maschera portanumero.

Emozioni di un tempo, quindi,  e piacere di guida sempre attuale che anche oggi regalano i Fantic Caballero che abbiamo ritrovato domenica scorsa nel bel raduno organizzato a Vestone dal “Club Amici del Caballero” per la settima edizione del “Caballero Day”.  Un raduno in cui si è tornati giustamente alla memoria di  Giamby Tomasi, scomparso nell’ottobre del 2009 in un incidente avvenuto lungo una curva della 237 del Caffaro tra Vestone e Capparola con la sua Vespa 200 Rally arancio.

Bello il programma, con il ritrovo dei veicoli a Vestone quindi il passaggio a Treviso Bresciano, al passo Cavallino della Fobbia a 1.100 di altitudine quindi al discesa in sterrato verso Capovalle e Idro con la sosta a Crone. Un percorso gradevole e senza particolari difficoltà, con l’unico riguardo di aspettarsi dietro qualche curva una jeep o un trattore. Un bel tracciato di strada bianca pulita a cui ha fatto seguito una mulattiera ricca di massi viscidi, con tratti bagnati e qualche deposito di fango  all’ombra cupa di boschi di altri tempi, con i motociclisti frustati dalle frasche cresciute nelle settimane di piogge di quest’estate anomala.

Nel complesso un bel raduno, seguito da un eccellente spiedo, in un clima sereno e di grandi passione. Una presenza che ci impegniamo a garantire anche l’anno prossimo, sempre con il mitico Caballero per rinverdire una tradizione e una passione che va oltre l’età e le stagioni della vita.

In serata eravamo stanchi ma soddisfatti. E Zorzi? Tra controsterzi e tremende artigliate della sua vecchia gloria 250 cc ha fatto da apripista tornando talvolta sulla sua strada per venirci incontro. Del resto erano almeno 30anni che non facevamo fuoristrada. Anzi, pardon, “Regolarità”. Come una volta, ai bei tempi. Quando il Regolarità casa era un sogno irraggiungibile. Ora l’abbiamo. Ma non abbiamo più i fatidici e magici 16 anni. Grazie, cari “Amici del Caballero”. Grazie di cuore anche dal mio Mik 26!!!

Roberto Manieri

r.manieri@giornaledibrescia.it

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