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Processo Italcarni: i veterinari rigettano ogni accusa

Nel processo Italcarni a carico di due veterinari dell'Asl di Leno, i due imputati hanno preso la parola e si sono difesi rigettando le accuse
I VETERINARI RIGETTANO LE ACCUSE
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Nuova udienza del processo Italcarni, in merito a quanto accadeva all'interno del macello di Ghedi. Lo scorso anno la Procura lo aveva posto sotto sequestro dopo che era stata trovata carne infetta con cariche batteriche anche 50 volte superiori al consentito e dopo che erano stati accertati maltrattamenti sugli animali che venivano trascinati con catene di ferro.

Oggi imputarti erano Mario Pavesi e Gian Antonio Barbi, veterinari dell'Asl di Leno,che, secondo l'inchiesta, "omettevano di effettuare le visite ante mortem e post mortem dei bovini presenti al macello Italcarni e la cui carne doveva essere venduta per il consumo umano e omettevano di impedire una condotta di maltrattamento causa della poderosa contaminazione batterica della carne macellata".

I due veterinari avrebbero poi "lasciato al titolare del macello Federico Osio la piena disponibilità del bollo sanitario che apponeva a suo piacimento sulle carcasse macellate da destinare alla vendita". 

In aula si è discusso degli accertamenti presentati da due consulenti della difesa e da quello della Procura in merito al collegamento tra i maltrattamenti che venivano fatti sugli animali e la carica batterica rinvenuta nelle carni.

Secondo il consulente della Procura il nesso era evidente, mentre per i consulenti della difesa non poteva essere stabilito con certezza. I due veterinari hanno rilasciato dichiarazioni spontanee rigettando ogni accusa . Il processo è stato aggiornato al prossimo 26 luglio. 

 

 

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