Il Polo culturale? «Solo una spesa inutile»

Polemica a Lumezzane sul progetto di un Polo culturale da 4 milioni di euro
Il progetto. Così sarà la «casa della cultura» di Lumezzane
Il progetto. Così sarà la «casa della cultura» di Lumezzane
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Le elezioni amministrative sono ancora lontane, ma il clima politico si surriscalda in Valegobbia. Il primo gruppo politico a muoversi è la civica Continuità per Lumezzane, che ha tre rappresentanti in Consiglio: Ruggero Zobbio, Fausto Pasotti e Rocco Ferraro. «Siamo in dissenso sull’operato della Giunta - dicono all’unisono -. A cominciare dal progetto del polo culturale, previsto nell’ex scuola di Faidana, che è uno spreco di fondi pubblici e non risponde ai bisogni dei cittadini».

La cifra da spendere per il polo, di oltre quattro milioni di euro, per la civica è «sproporzionata ed eccessiva per la realizzazione di una biblioteca e sala polivalente, perché il rilancio della nostra cittadina dovrebbe passare attraverso la cultura del lavoro, del commercio, del fare e come supporto del mondo economico produttivo».

Lo spostamento della biblioteca, oggi nel centro Noal di San Sebastiano, per la civica porterebbe al deapuperamento di una parte della frazione, oltre che lasciare «sulle spalle dei cittadini il pagamento delle spese condominiali dell’immobile lasciato libero». In alternativa la civica propone di utilizzare l’ex scuola per trasferire l’Agenzia Formativa Don Tedoldi, oggi a Premiano, «facendole acquisire una centralità maggiore, un adeguato sistema di trasporto con mezzi pubblici, oggi non presente».

Ampliando il discorso dai servizi di trasporto alla viabilità, i consiglieri puntano il dito sulle code chilometriche che si presentano su via Antonini verso Sarezzo, unica sostanziale arteria per collegarsi al capoluogo: «I nostri cittadini, e più in generale quelli della Valtrompia, meritano più attenzione dalla classe politica nazionale, con riferimento all’inizio dei lavori del raccordo autostradale e della realizzazione di una rotatoria a Sarezzo. Cittadini ed imprese risultano invece penalizzati dall’assenza di interventi non più procrastinabili».

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