Il navigatore e la «trappola» per i furgoni

Un triangolo decisamente difficile tra tecnologia, vecchie architetture e mezzi di trasporto
Sotto il volto ci passa a malapena un'autovettura
Sotto il volto ci passa a malapena un'autovettura
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La tecnologia ci salverà, ma a volte, può... dannarci. È il caso del vòlto di via Veneto, a S. Sebastiano, sulla ripida salita davanti all’entrata est della chiesa vecchia.

Un rialto (ól reól) che unisce due antiche abitazioni e sotto il quale transitano centinaia di veicoli ogni giorno, per il semplice fatto d’essere veloce scorciatoia verso S. Apollonio. I molti automobilisti provenienti da via Mazzini e da via Montegrappa la imboccano solitamente, percorrendo in scioltezza i trecento metri della salita verso l’oratorio e le scuole elementari e medie, nonostante l’angustia e l’assenza di marciapiedi, in evidente pericolo per i pedoni. Al punto che, negli orari d’entrata e uscita degli alunni, il semaforo, recentemente installato sull’angolo con via Roma, resta rosso per una mezz’oretta in modo che gli studenti scendano in assenza di traffico.

La tecnologia, si diceva: ovvero il navigatore, meraviglioso navigatore che, di solito, risulta fondamentale nel condurre alla meta. Solo che l’apparecchiatura sceglie sempre il percorso più breve e al veicolo di grosse dimensioni, giunto al semaforo del municipio, fa imboccare la già di per sé stretta via Montegrappa che porta alla chiesa vecchia e al rialto in questione. Il quale rialto consente a malapena il passaggio d’un’automobile.

Non di rado piccoli autocarri e furgoni chiusi tentano ugualmente di passare, rimanendovi incastrati, come testimoniano i graffi e le abrasioni sul volto e sui lati del manufatto. Gli autisti si vedono così obbligati ad una manovra difficilissima, data l’assenza di spazio minimo, quasi sempre chiamando in soccorso i vigili urbani che indicano come retrocedere, «girare» il veicolo e farlo ridiscendere dalla via Montegrappa.

Va da sé che, nel frattempo, gli automobilisti provenienti dalla stessa via Montegrappa e da via Mazzini, s’imbottiglino e inizia una penosa retromarcia generale fra immaginabili «benedicenti» esclamazioni, salenti al cielo e scocciature, fagocitate dall’eterna fretta dei lumezzanesi. Il tutto può accadere anche più volte alla settimana e allora, perché non installare un cartello segnaletico all’imbocco della via Montegrappa o addirittura al semaforo che vieti ai grossi mezzi di trasporto di svoltare a sinistra per infilarsi dove poi rimangono incastrati?

 

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