«Chiediamo di poter costruire un cimitero per i musulmani»

L’imam di Lumezzane, Talib Hussain, si fa interprete di un’esigenza sentita dalla sua comunità
La moschea di Lumezzane dove i musulmani si raccolgono in preghiera - Foto © www.giornaledibrescia.it
La moschea di Lumezzane dove i musulmani si raccolgono in preghiera - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Partiamo dai numeri, in perfetto stile lumezzanese: circa 200 iscritti e uno stabile in via Trieste, acquistato nel 2005 e completamente di proprietà dell’associazione. Sembrano i numeri di un’azienda, ma parliamo dell’associazione culturale Madni Dar-Ul-Islam e, di conseguenza, della moschea di Lumezzane, luogo di culto della comunità musulmana presente sul territorio. La struttura è composta da un salone utilizzato per la preghiera, un ufficio per l’archiviazione dei documenti, due aule per insegnare ai più piccoli il Corano: per loro c’è un’ora di lezione quotidiana, rigorosamente in italiano. Del resto, siamo già alla terza generazione di immigrati.

È l’imam Talib Hussain, 43 anni, la figura di riferimento per la comunità religiosa: «La mia vita è in funzione della religione: per diventare imam sono stati necessari 10 anni di corsi, e ho dovuto imparare il Corano a memoria. Qui a Lumezzane sono stato scelto dopo una selezione e un colloquio col direttivo dell’associazione. Sono fiero d’avere questa responsabilità». Impossibile non affrontare con lui il tema dell’integrazione. L’imam non nasconde «alcuni episodi di razzismo verificatisi in passato. Eravamo appena arrivati in paese, dunque forse era normale ci fosse un po’ di timore nei nostri confronti. Ma, qui a Lumezzane, stiamo bene e ci sentiamo accettati».

C’è però un desiderio, che Talib Hussain indirizza alla Giunta lumezzanese: «È dal 2005 che chiediamo alle varie Amministrazioni il permesso di poter costruire un cimitero musulmano». Una richiesta legata anche alle difficoltà burocratiche per la sepoltura di una persona musulmana in Italia: spesso è necessario lasciare la salma in obitorio per lunghi periodi, anche mesi, oppure rimandarla nel proprio paese d’origine. Con costi decisamente alti. È anche per questa ragione che ogni socio paga un’assicurazione mensile all’associazione che garantisce la copertura delle spese di spedizione della salma al paese di origine.

«Noi vorremmo essere seppelliti vicino ai luoghi dove abbiamo passato tutta la vita - conclude l’Imam -. Ci rendiamo disponibili a pagare il terreno e a costruire a nostre spese la struttura, chiediamo solo il permesso comunale. Tutte le comunità musulmane della Valtrompia si sono unite in questo progetto e siamo in attesa di risposta».

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